«Entro giugno verrà approvato un pacchetto articolato di misure per l’occupazione giovanile» che poggia su un mix di «politiche europee e nazionali». Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, nell’audizione alla Camera spiegando che il Governo punta ad agire su più livelli, utilizzando anzitutto le risorse comunitarie, i 6 miliardi che il piano europeo Garanzia giovani (400 milioni circa per l’Italia) destina all’offerta di un posto di lavoro o di un percorso formativo.
L’attenzione è al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno: «Stiamo lavorando con l’Ocse sulle buone pratiche internazionali per costruire un pacchetto di misure – ha detto il ministro–. In ambito europeo si sta ragionando sull’esclusione delle spese per l’occupazione dal rispetto dei parametri del Patto di stabilità su deficit e Pil o, almeno, di tenerle in considerazione in sede di interpretazione dei risultati, trattandosi di un problema comune». Giovannini ha fatto chiarezza sui numeri: «Abbiamo 2,1 milioni di “neet”, giovani che non ricevono un’istruzione né hanno un lavoro, mentre i giovani disoccupati sono 650mila, pari ad un tasso del 38,4% calcolato sui soli giovani che stanno cercando attivamente un lavoro, che equivale a circa il 10,6% dei giovani». Nel complesso «con 3 milioni di disoccupati e 3 milioni di scoraggiati o posti ai margini del mercato del lavoro», il problema occupazionale «è talmente ampio che non si può affrontare solo con interventi sul piano legislativo», il «riassorbimento di una così ampia platea può avvenire solo attraverso una crescita economica che sia inclusiva».
Venerdì al Cdm le risorse per la cassa in deroga
Nell’immediato sono due le emergenze da affrontare, il rifinanziamento della cassa in deroga e la salvaguardia degli esodati. «In ambedue i casi abbiamo di fronte due problemi – ha spiegato Giovannini –. Dobbiamo quantificare la platea da proteggere e individuare la copertura. Sui salvaguardati l’Inps sta concludendo il monitoraggio della platea, mentre per la cassa in deroga il problema non è solo monetario, serve controllo e monitoraggio delle modalità di erogazione per evitare abusi, specie in alcune aree del Paese». Proprio per discutere di cassa in deroga, in vista del consiglio dei ministri di venerdì, dal quale è atteso il via libera al decreto per il rifinanziamento, lo stesso Giovannini dopo l’audizione si è recato a palazzo Chigi per un vertice con il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
A breve la delega per la riforma dei centri per l’impiego
Sempre nell’audizione in commissione Lavoro, Giovannini ha sottolineato che «la principale debolezza» del nostro mercato è rappresentata dai servizi all’impiego: «La delega è scaduta, contiamo di riproporla a breve per procedere alla riforma dei servizi per l’impiego, che rappresentano una vera e propria palla al piede». Insieme alla crescita e alle politiche europee, l’altra leva da attivare sono le semplificazioni normative, con modifiche mirate alla legge 92 del 2012: «Puntiamo al superamento di alcune rigidità sul contratto a tempo determinato e l’apprendistato – ha aggiunto il ministro –. Tenendo conto, però, che secondo i dati Isfol sta aumentando il ricorso ai contratti a tempo determinato, mentre si riducono il lavoro intermittente e altre forme contrattuali meno tutelate, proprio come previsto dalla riforma. Anche l’apprendistato sta leggermente riprendendo». In ogni caso per rispondere a situazioni assai variegate che caratterizzano il nostro mercato del lavoro non esistono soluzioni univoche, valide per tutti: «La staffetta tra anziani e giovani che si sta sperimentando in Lombardia ed Emilia Romagna – ha aggiunto – è costosa perchè richiede un intervento dello Stato per la copertura dei contributi, ed è risolutiva per alcune imprese, ma non per altre».
Il sole 24 Ore – 16 maggio 2013