Alla vigilia delle elezioni amministrative di fine maggio il consigliere regionale Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) stigmatizza le facili promesse prelettorali in tema di sanità e ospedali.
Promesse ‘propagandistiche’ sbandierate dai candidati e dagli esponenti politici locali e regionali che li sostengono – secondo Valdegamberi – solo per solleticare campanilismi locali e rispondere a interessi di partito. “Tutti sanno che in Veneto le nuove schede di programmazione dei servizi sanitari saranno rese note solo dopo le elezioni municipali, per non turbare l’esito del voto – afferma l’ex capogruppo Udc, in una nota – Pochi hanno il coraggio di dire alla gente la verità e spiegare quale sia il bene primario per la loro salute. L’apice dell’ipocrisia si ha nell’Ulss 22. Le “promesse” fioccano oggi a Bussolengo, domani a Villafranca, dopodomani a Malcesine. Non si ha il coraggio di dire che nella provincia di Verona servirebbe una sola Ulss, per ridurre le spese e programmare al meglio i servizi; che servirebbero non più di 5 ospedali dove concentrare la medio-alta chirurgia e le diverse complessità: Verona, San Bonifacio, Legnago, Negrar e Peschiera; che Bussolengo e Villafranca dovrebbero essere al massimo ospedali da medio-bassa specialità, medicina e primo intervento. Occorre decidere cosa fare, smettendola di sprecare soldi pubblici e di fare marketing politico-elettorale sugli ospedali”. Valdegamberi invita, inoltre, a superare il dualismo tra pubblico e privato e a valorizzare nella nuova programmazione le strutture convenzionate di eccellenza come gli ospedali di Negrar e di Peschiera. “La struttura di Negrar costa 100 milioni di euro l’anno alla sanità pubblica veneta, se fosse un ospedale pubblico costerebbe almeno il 35-40 percento in più! Negrar è il quinto ospedale del Veneto per produttività: con i soldi del buco di bilancio dell’ospedale all’Angelo di Mestre si può far funzionare un ospedale come Negrar!”. Per Valdegamberi gli ospedali convenzionati di eccellenza sono potenti fattori di attrazione. “Senza i due poli di Negrar e Peschiera – fa notare il consigliere veronese – il saldo di mobilità tra i pazienti che vengono da fuori regione a curarsi in Veneto e quelli che dal Veneto vanno fuori regione sarebbe persino negativo!”. “Negli otto otto anni di governo leghista della sanità – conclude Valdegamberi – il Veneto da regione fortemente attrattiva rischia di diventare una regione in cui si emigra altrove per curarsi”.
15 maggio 2013