Il parlamento europeo ha recentemente pubblicato la Relazione sulla protezione della salute pubblica dagli interferenti endocrini. Negli ultimi vent’anni sono infatti aumentati i disturbi e le patologie ormonali, per cause ancora non note, e nella legislazione UE mancano ancora i criteri per definire se una sostanza debba essere considerato un interferente endocrino o meno.
Questo pregiudica la corretta applicazione delle disposizioni legislative. In virtù del principio di precauzione, secondo il Parlamento è necessario ridurre il rischio per la salute umana derivante dall’esposizione agli interferenti endocrini.
Pertanto la Commissione è stata invitata ad adottare ulteriori provvedimenti per definire i criteri con i quali individuare un interferente endocrino. Da sottolineare che i criteri debbano seguire un rigore scientifico, tenendo conto di effetti sinergici, a breve e a lungo termine, e nella fasce d’età critiche per lo sviluppo. Importante è che il documento afferma che gli interferenti endocrini dovrebbero essere considerati sostanze particolarmente pericolose ai sensi del regolamento REACH (che si occupa delle sostanze chimiche non strettamente alimentari) o essere classificati in modo equivalente: inoltre, dovrebbero essere considerate sostanze senza soglia (cd “Threshold effect level”) a intendere che qualsiasi tipo di esposizione (anche minima) comporta un rischio.
11 maggio 2013