Tra bocciature e rinvii l’assemblea legislativa si arrende alle assenze: presenti in 18 su 60
Se la seduta di giovedì si era chiusa con la bocciatura della legge sulle cave presentata dall’assessore Maurizio Conte, ieri i lavori del consiglio regionale del Veneto si sono interrotti per mancanza di eletti in aula: la votazione delle 16.48 ha registrato la presenza di 18 consiglieri regionali su 60, niente numero legale, tutti (felicemente) a casa. Dei 18 presenti, 10 erano della Lega (Baggio, Caner, Cappon, Cenci, Ciambetti, Corazzari, Finco, Possamai, Stival, Tosato), 3 del Pdl (Bond, Ruffato, Toniolo), i rimanenti dell’opposizione (Pigozzo, Reolon, Franchetto, Berlato Sella, Peraro). La maggioranza Lega-Pdl sarà anche «solida e in buona salute», come ha detto il governatore Luca Zaia non dando eccessivo peso alla bocciatura del provvedimento di Conte del giorno precedente, ma evidentemente l’alleanza scricchiola la vigilia della vigilia dei festivi. E non si pensi che la prossima seduta sia imminente, si passa al 28 maggio. Tant’è, in una “giornata” i consiglieri regionali del Veneto hanno approvato due provvedimenti, ne hanno bocciato uno, rinviati due. Nell’ordine: approvato l’elenco dei siti dove non si potranno costruire impianti idroelettrici (ma la norma non vale per le 150 domande già presentate e di cui peraltro non si sa cosa succederà); approvata all’unanimità la legge Padrin sulle borse di studio per i giovani veneti laureati in Medicina che si devono specializzare; rinviato (tra l’altro mancavano l’assessore Coletto e il segretario Mantoan per l’esame degli emendamenti) il registro dei tumori; bocciata una mozione su una discarica nel vicentino; rinviata per mancanza del numero legale la legge per far rientrare in Veneto gli emigrati. «Nessun problema, approveremo le norme la prossima volta», ha detto al riguardo l’assessore Daniele Stival. Tranquillo anche l’assessore Maurizio Conte che spiega perché il giorno prima ha voluto portare al voto la legge sulle cave, poi bocciata: «Per una questione di chiarezza, adesso ci sono i nomi e i cognomi di chi voleva dare una risposta e chi invece era contro o assente». Conte assicura: la revisione della legge 44 sulle cave che risale al 1982 è all’esame della commissione, mentre il Piano cave (di fatto il primo perché i precedenti tentativi sono tutti naufragati) sarà adottato dalla giunta entro l’estate. Certo, poi dovrà esprimersi il consiglio. E a Palazzo Ferro Fini, si sa, è sempre un terno al lotto.
Gazzettino – 7 maggio 2013