Le donazioni all’Enpa in difesa degli animali avrebbero preso tutt’altra strada. Appropriazione indebita: questo il sospetto che pesa sull’ex tesoriere nazionale dell’ente per la protezione degli animali, Piero Villa, ambientalista della prima ora, indagato dalla Procura di Genova. Ma nel mirino dei magistrati è finita anche la compagna di Villa, Rosanna Zanardi, fino a pochi mesi fa presidente dell’Enpa ligure.
Sono stati gli stessi dirigenti dell’ente, un revisore ligure e l’attuale tesoriere nazionale, a denunciare Villa alla Procura motivando l’accusa con una voluminosa documentazione venuta a galla quasi per caso, nascosta in un ambulatorio veterinario. Si parla di ammanchi intorno ai 600 mila euro ma potrebbero lievitare fino al milione. «Abbiamo fiducia nella giustizia e ci difenderemo — dice Rosanna Zanardi —. Non è vero che abbiamo preso dei soldi, alla fine salterà fuori che ce ne devono dare a noi». E la villa sul mar Rosso che sarebbe stata acquistata con le somme destinate a salvare cuccioli abbandonati? «Non esiste nessuna villa sul Mar Rosso. Poi, voglio dire, io non avevo nessun potere di firma nella gestione dell’ente».
Al centro dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza ci sono quattro società di cui Villa avrebbe detenuto quote per realizzare operazioni immobiliari in Egitto con l’appoggio di un professionista genovese. A Villa tuttavia non risulta intestato alcun bene. «L’Enpa — spiega lo studio Conte e Giacomini incaricato dall’ente come parte offesa in sede penale e civile — è sano: quello che non andava bene è stato individuato e isolato, è stato l’Enpa stesso a denunciare in Procura ciò che non era trasparente e noi andremo fino in fondo».
La preoccupazione per l’immagine e per il contraccolpo che questa vicenda può avere sula vita dell’ente morale è alta. La scorsa estate le sedi di Genova, Torino e Milano sono state commissariate. Anche la posizione degli ex responsabili milanesi e piemontesi è sotto la lente della Procura.
Corriere della Sera – 18 aprile 2013