L’Usl alla scuola materna Santissima Trinità dell’Arcella. Un caso di tubercolosi preoccupa i genitori della scuola materna «Santissima Trinità», nel quartiere Arcella.
Una bimba ha contratto la malattia ed è stata ricoverata in Azienda ospedaliera, per essere sottoposta a terapia antibiotica dai Pneumologi della Clinica Pediatrica. Il decorso è andato bene, tanto che la piccola è in dimissione, ma ora il problema resta per i familiari e per tutti coloro, grandi e piccini, che abbiano trascorso molto tempo a contatto con lei, a casa e all’asilo.
Sabato i medici dell’Usl 16 hanno riunito a scuola i genitori degli altri bambini, per spiegare i protocolli di rito e fornire le informazioni e i chiarimenti richiesti. Tutto è partito dalla denuncia di uno degli specialisti ospedalieri che avevano in cura l’alunna colpita dalla patologia.
«E’ la procedura — spiega Ivana Simoncello, a capo del Servizio di Igiene e sanità pubblica dell’Usl 16 — in presenza di malattia infettiva, il medico che ha tracciato la diagnosi deve fare denuncia. E’ obbligatoria, per una serie di malattie infettive inserite in una lista precisa. Quanto al da farsi, stiamo conducendo indagini preliminari per appurare se gli altri piccoli, una ventina, siano venuti a contatto con il germe. Abbiamo iniettato loro, nella parte interna dell’avambraccio, una sostanza che rivela la presenza o meno del germe. Se la risposta dovesse essere positiva, e lo sapremo a breve, procederemo a successivi accertamenti.
Se la risposta sarà positiva nel giro di qualche giorno eseguiremo ulteriori analisi, terremo eventuali pazienti in osservazione e se necessario li invieremo allo specialista. Non c’è urgenza, non parliamo di una malattia a rapida evoluzione. Nessun allarme — tranquillizza Simoncello — è tutto sotto controllo. Per ora i bambini sono tutti asintomatici e anche la piccola colpita dalla tubercolosi non presentava un quadro clinico grave».
Eventuali contagiati dovranno dunque sottoporsi per qualche giorno a terapia antibiotica, ma è comprensibile la preoccupazione dei genitori. Adesso le indagini dell’Usl coinvolgono i contatti stretti, cioè coloro che abbiano trascorso più tempo con la bambina sofferente di Tbc, ma in caso di necessità si allargheranno ad altre persone, tra alunni e operatori della «Santissima Trinità».
La tubercolosi attacca solitamente i polmoni, si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse, sintomo classico insieme a febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso.
Le condizioni più favorevoli alla trasmissione dell’infezione sono costituite dai luoghi chiusi, condivisi dal malato e dai suoi conviventi, per un tempo abbastanza prolungato. I componenti della famiglia sono classificati come «contatti stretti», così come compagni di scuola e insegnanti di una stessa classe.
La diagnosi si basa su una radiografia del torace, un test cutaneo, esami del sangue, il test microscopico e la coltura microbiologica dei fluidi corporei. Il periodo di incubazione varia da due a dodici settimane. Bambini e adolescenti sono particolarmente a rischio.
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 17 aprile 2013