La Regione l’ha presentato come un intervento di semplificazione normativa ma, in realtà, sta gettando nel panico centinaia di titolari di pubblici esercizi: baristi, ristoratori, pasticceri, gelatai e tutti quanti lavorano a contatto con sostanze alimentari.
La nuova normativa regionale, infatti, ha eliminato i corsi di formazione per tutti gli addetti del settore alimentare (e questa sarebbe la cosiddetta semplificazione) ma, così facendo, ha trasferito sul datore di lavoro l’obbligo di impartire ai dipendenti tutte le necessarie informazioni, soprattutto quelle di carattere igienico-sanitario, per maneggiare e lavorare gli alimenti in sicurezza.
La nuova situazione normativa ha spinto la Fipe del Veneto (Federazione dei pubblici esercizi) a chiedere formalmente un intervento correttivo al governatore Luca Zaia e agli assessori Luca Coletto (sanità) ed Elena Donazzan (formazione): «La semplificazione è pure illusione – scrive Angelo Luni, segretario della Fipe, in una lettera indirizzata ai politici regionali – poiché soltanto una ridottissima minoranza dei titolari di pizzerie, bar, trattorie, gastronomie e via elencando dispone della preparazione e dell’organizzazione interna necessarie per formare correttamente i propri dipendenti. Per non parlare – aggiunge Luni – dei moltissimi stranieri, africani, asiatici e sudamericani, che lavorano nel settore alimentare: chi li dovrebbe formare? Il tema è molto delicato, poiché comportamenti inadeguati con gli alimenti possono provocare danni alla salute dei consumatori».
Corriere del Veneto – 11 aprile 2013