I bocconi, ben 91, potevano essere mangiati da qualsiasi animale di passaggio. Una segnalazione da parte dell’Enpa, inoltrata nell’aprile dello scorso anno al Coordinamento Protezionista Vicentino, ha consentito di risalire all’identità di un agricoltore di San Germano dei Berici che aveva posizionato dei bocconi avvelenati per combattere le nutrie. Secondo quanto spiegato in una nota del Cpv, le guardie zoofile avevano segnalato il fatto alla Procura di Vicenza.
Il pm Paolo Pecori l’11 febbraio scorso ha dato ordine agli agenti dell’Enpa di effettuare le indagini e all’Usl le opportune analisi sulla tossicità del prodotto. Le prove effettuate dall’Istituto Zooprofilattico, hanno catalogato il prodotto come anticoagulante, una sostanza pericolosa e non detenibile. «L’agricoltore – continua la nota – nell’interrogatorio davanti al giudice non ha negato gli addebiti, ma si è difeso asserendo di aver disperso i bocconi avvelenati perchè voleva uccidere le nutrie, a suo dire responsabili dei danni alle colture».
«Sul posto gli agenti – spiega Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento Protezionista Vicentino – hanno raccolto 91 esche, disseminate su un’area di un centinaio di mq. I bocconi erano stati riversati anche sulla sponda del fossato, al punto che avrebbero potuto finire in acqua, scatenando un inquinamento più grave. Qualsiasi animale selvatico avrebbe potuto diventare vittima di questo prodotto. Inoltre la zona è frequentata da persone che passeggiano con animali domestici e bambini».
Il Giornale di Vicenza – 3 aprile 2013