Dopo la rinuncia agli appartamenti e alle auto di servizio nuove riduzioni: le misure votate all’unanimità dall’Ufficio di presidenza comporteranno un risparmio consistente. Di Maio (5 Stelle): “Soddisfatti, ora fare ancora di più”
ROMA – Nuovi tagli delle spese alla Camera dei Deputati. Dopo la rinuncia agli appartamenti e alle auto di servizio, l’ufficio di Presidenza oggi ha deliberato all’unanimità la riduzione del 30 per cento dell’indennità di funzione e del 25 per cento delle dotazioni di personale spettanti ai titolari di cariche interne, l’abolizione dei fondi per spese di rappresentanza individuali non rendicontate e la cancellazione delle spese telefoniche accessorie. Misure che comporteranno un risparmio complessivo annuo di oltre 5 milioni, cui vanno aggiunte altre riduzioni di circa 3 milioni annui sui contributi ai gruppi parlamentari: in totale i risparmi annui alla Camera ammonteranno a 8 milioni e mezzo circa.
Nel dettaglio, il totale dei tagli è composto da quattro voci in tutto, ed è calcolato su base annua. Cinque milioni e mezzo sono stati decisi nero su bianco oggi nell’Ufficio di presidenza e riguardano le spese dei deputati titolari di cariche (una settantina in tutto) mentre altri tre milioni arrivano da una riduzione del contributo unico ai gruppi, il cui totale supera di poco i 35 milioni di euro. Su quest’ultimo capitolo si è registrato il consenso unanime da parte di tutti i partiti ma la decisione verrà ufficializzata solo il prossimo giovedì.
I 5,5 milioni di euro sono così composti: 4,3 milioni di risparmi arrivano dal taglio del 25% delle spese del personale di segreteria. Un altro milione arriva dal taglio delle indennità dei titolari di carica, ai quali si aggiungono
250mila euro di risparmi derivanti dal dimezzamento del fondo generale di rappresentanza. Spariscono infine i fondi di rappresentanza singoli.
Positivo il giudizio del Movimento 5 Stelle, che avrebbe però voluto tagli ancora più drastici sul fronte delle indennità senza toccare il personale. “Siamo soddisfatti di come sta lavorando l’ufficio di Presidenza, anche se esistono visioni differenti su quanto ridurre”, ha detto il vicepresidente della Camera in quota M5S Luigi Di Maio. “Ridurre – ha aggiunto – non è tanto significativo da un punto di vista economico, ma mette in condizione la classe politica di stare nelle stesse condizioni di chi sta fuori dal Palazzo. Questo è l’unico modo per essere credibili nel chiedere sacrifici – ha sottolineato – Servono tagli drastici”. In particolare i grillini avevano chiesto l’abolizione delle indennità di chi ha un doppio incarico (ad ora ridotte del 30%) e di lasciare intatti i fondi per le spese di segreteria (tagliate del 25%).
Repubblica – 3 aprile 2013