Nell’ultima sessione del Consiglio Direttivo di EFSA, tenutosi lo scorso 14 marzo a Parma, uno dei temi al centro della discussione è stato inevitabilmente l’horsegate. Diversi membri del CdA hanno infatti chiesto un ruolo per EFSA, al fine di escludere rischi per la sicurezza alimentare che dovessero risultare dalla frode in corso.
Il problema e la richiesta di parere EFSA poteva essere motivata in ragione della presenza di fenilbutazone –anti-infiammatorio non steroideo- in un numero assai limitato di cavalli macellati, e comunque in quantità assai al di sotto di qualsiasi ipotizzabile effetto avverso per l’uomo. Ma tant’è: una volta “rotto” il magico sistema della fiducia lungo la filiera alimentare, la breccia per qualsiasi dubbio rimane aperta. Valerie Baduel ha sottolineato come EFSA dovrebbe “recepire alcuni segnali” dalla frode del cavallo. “EFSA non dovrebbe solo mettere il naso nei dossier per l’autorizzazione, ma occuparsi anche di rischi emergenti”. La risposta della Testori Coggi è che tale compito non rientra tra quelli legalmente recepiti da EFSA, e ha invitato i presenti a leggersi i regolamenti.Tuttavia ha preannunciato come EFSA si occuperà di una nuova iniziativa con Europol sulle frodi alimentari, anche se ha evitato di fornire ulteriori dettagli. La risposta della Baduel non si è fatta attendere: allo scopo avrebbe citato l’articolo 34 del regolamento 178, tornando proprio sul tema rischi emergenti. Ma come stanno le cose, in realtà?
Tesco Burgers (ironicamente, “con 8% più cavallo”, -non manzo come nella pubblicità originale-). Il 26% della carne contenuta infatti si è dimostrata essere equina.
Sebbene la risposta della direttrice Testori Coggi sia stata come tali attività siano al di fuori dei compiti di EFSA, la realtà è un po’ diversa.
EFSA e i rischi emergenti
EFSA si occupa infatti per statuto dei rischi emergenti, in ragione anche del mandato preposto dal Reg. 178/2002. Tale attività è svolta da una Unità specifica omononima, supportata da due gruppi di advisory, uno composto dai rappresentanti degli Stati membri, l’altro dagli stakeholders (o parti interessate) con rappresentanti del settore produttivo, che possono fornire dati o conoscenze specifiche utili per il lavoro di EFSA. L’Authority pubblica poi annualmente un rapporto in cui vengono visualizzati tali temi emergenti. Una volta che alcuni temi emergenti sono a tutti gli effetti considerati probabili e con un impatto pericoloso, vengono passati ai competenti Panel scientifici per una più accurata valutazione del rischio.
Sebbene soggetta a complicazioni notevoli in ragione della carenza di dati o di sufficiente affidabilità degli stessi, la valutazione dei rischi emergenti rientra quindi a pieno titolo nelle attività legali di cui EFSA è incaricata.
Il Parlamento Europeo nel frattempo aveva espresso richieste analoghe di un coinvolgimento di EFSA: in particolare il socialista Dacian Sarbu aveva chiesto un maggiore coinvolgimento di EFSA per garantire una maggiore frequenza dei test e misure per aumentare il controllo dei fenomeni criminali. Tonio Borg, Commissario alla Salute, si è trovato così a rispondere ad alcuni deputati: i test ed il monitoraggio sono compiti di gestione del rischio che non possono ricadere sulle spalle di EFSA, è il messaggio lanciato. Tali attività riguardano la legislazione e la responsabilità nazionale. Tuttavia, la revisione del sistema dei controlli ufficiali prevista per la fine dell’anno (a partire dal Reg. 882/2004, entrato in vigore nel 2006) dovrebbe garantire una maggiore efficacia dei controlli, anche allo scopo di prevenire frodi come quella dell’horsegate.
30 marzo 2013 – sicurezzaalimentare.it