Un incontro stasera nella sala della comunità. Studiosi naturalisti spiegheranno perché i volatili sono efficaci nella lotta biologica contro gli insetti
Contro un flagello egizio, ci vuole un rimedio egizio. Questa l´idea che si sta facendo strada per combattere l´infestazione di cavallette che da qualche anno sta interessando la fascia meridionale dei colli Berici. Se i voraci insetti sono una delle sette piaghe d´Egitto, niente di meglio di un faraone, anzi di tante faraone, per contrastarli. «L´anno scorso, favorita dalla siccità e dal caldo – spiega Paolo Cazzola, uno dei titolari della cooperativa agricola Le Valli di S. Germano dei Berici – l´invasione ha registrato il picco massimo delle ultime stagioni. Se si verificheranno le stesse condizioni climatiche, è facile prevedere che la loro zona di azione si possa estendere in pianura In tal caso, parlare di flagello biblico potrebbe non essere più così esagerato».
La situazione è preoccupante e gli agricoltori si stanno mobilitando. Il museo naturalistico e archeologico di Vicenza ha promosso una serie di incontri nel corso dei quali alcuni entomologi hanno presentato ai responsabili del settore agricoltura della Provincia e ai responsabili di categoria alcune indicazioni su come affrontare il problema, sfruttando le esperienze messe in atto in altre zone d´Italia.
Questi voracissimi insetti trovano il loro habitat naturale nei terreni incolti e la loro massiccia diffusione nei Berici è dovuta proprio allo stato di abbandono di molti appezzamenti. Combatterle senza ricorrere agli anticrittogamici, come è negli intenti degli agricoltori che coltivano i loro campi con il metodo biologico, richiede un particolare impegno al fine di trovare dei metodi di lotta alternativi alla chimica. Un rimedio efficace è rappresentato dalle faraone, affidando al loro appetito il compito di sterminare gli intrusi. Per saperne di più il sindaco di S. Germano Alberto Zanella ha promosso un pubblico incontro domani alle 20.30 nella sala della comunità, dietro il municipio.
Il conservatore del museo Antonio Dal Lago assieme agli entomologi Paolo Fontana, Filippo Buzzetti e Roberto Battiston illustreranno come in Piemonte e sull´Appennino parmense sia stato possibile controllare il fenomeno applicando la lotta biologica. Le faraone infatti sono risultate ottimi e voraci predatori di cavallette. «Per essere efficace – conclude Cazzola – l´intervento deve essere esteso su un´ampia area e sarà pertanto necessaria la collaborazione degli imprenditori agricoli per applicare la lotta biologica così da ottenere risultati migliori».
Il Giornale di Vicenza – 21 marzo 2013