Non è stata rilasciata alcuna autorizzazione ministeriale all’importazione degli animali provenienti dal Belgio e destinati alla ditta RTC di Pomezia. La ditta in questione è autorizzata ad effettuare test di “valutazione dell’innocuità dei farmaci e altri prodotti” sulla base della normativa vigente e delle linee guida validate internazionalmente.
Il Ministero della Salute non ha rilasciato alcuna autorizzazione all’importazione di cani beagle destinati alla ditta RTC di Pomezia. Gli 8 cani beagle, provenienti dal Belgio, non sono stato importati, ma tecnicamente sono stati “introdotti” in Italia sulla base della normativa comunitaria vigente in materia di scambi.
Da ciò deriva – specifica la nota ministeriale – che non è stata rilasciata alcuna autorizzazione all’introduzione di animali da parte del Ministero della Salute, non è previsto alcun controllo diretto da parte del Ministero sugli animali attraverso gli uffici veterinari periferici del Ministro della Salute. Il servizio veterinario della Asl locale ha verificato lo stato di salute degli animali e la conformità della documentazione. La ditta in questione è autorizzata ad effettuare test di “valutazione dell’innocuità dei farmaci e altri prodotti”, sulla base della normativa vigente e delle linee guida validate internazionalmente.
RTC rinuncia alla sperimentazione sugli 8 Beagle
Il Consiglio d’Amministrazione di RTC (Research Toxicology Centre), su richiesta di Menarini, ha deliberato di rinunciare alla sperimentazione, pur obbligatoria, per la quale sono stati richiesti 8 beagle che renderà disponibili per l’affido a privati. La decisione – spiega una nota della ditta – è stata presa nel tentativo di stemperare il clima di tensione con le associazioni animaliste che rischia di degenerare andando oltre le minacce e i danneggiamenti di auto dei nostri dipendenti. Il lavoro di RTC è di eseguire solo ed esclusivamente ricerche tossicologiche obbligatoriamente richieste dalle norme sulla ricerca di nuovi farmaci. Anche RTC auspica che vengano individuati dalle autorità preposte test sostitutivi dell’obbligo di sperimentazione animale. RTC sarebbe la prima ad adottarli.
Attualmente, purtroppo – prosegue la nota – ciò non è però consentito. Perciò la decisione presa dal CdA ha anche lo scopo di aprire un dibattito sul destino della Ricerca in Italia. Quello che ad oggi viene obbligatoriamente richiesto da tutte le Autorità Sanitarie del mondo per poter mettere a disposizione dei malati un farmaco innovativo, se non si potrà più fare in Italia, rispettando, come fa RTC, tutte le norme previste, qualcun altro lo farà in altre parti del mondo. Pertanto – conclude la nota di RTC – solleviamo con forza la necessità di una presa di coscienza determinata ed univoca che indichi quale futuro avrà la Ricerca in Italia.