«Nonostante i tagli decisi all’ultimo summit di Bruxelles al bilancio pluriennale della Ue e nonostante la difesa a oltranza degli Stati dei fondi per l’agricoltura e la coesione, abbiamo aumentato i fondi per la competitività dei Paesi membri del 37%, cioè abbiamo destinato più risorse per la ricerca, le politiche dell’immigrazione, il progetto Erasmus per i giovani studenti e in alcune aree delle politiche estere».
Così il commissario Ue per la programmazione finanziaria e per il Bilancio, Janusz Lewandowski, a margine del Workshop The European House Ambrosetti a Villa d’Este, lancia la proposta di compromesso al Parlamento europeo che minaccia di bocciare per la prima volta il bilancio pluriennale Ue.
«Nonostante i tagli complessivi al tetto del budget ci sono misure di modernizzazione del bilancio, di evoluzione. Certo non si tratta di cambiamenti rivoluzionari, ma non concordo con chi ci ha accusato di essere rimasti fermi alle politiche del passato. Ci sono invece alcuni elementi di cauta modernizzazione nel bilancio europeo», spiega il commissario Lewandowski.
«Il Parlamento Ue si oppone però alle cifre complessive di bilancio raggiunte dopo la maratona negoziale che ha comportato due summit per il via libera del Consiglio, ma a questo proposito possiamo giocare la carta della flessibilità perché con meno soldi abbiamo bisogno di maggior libertà di movimento. E visto che nel biennio 2014-2015 siamo sicuri di non riuscire a spendere tutti i soldi programmati, abbiamo bisogno di maggior flessibilità tra le varie annualità di bilancio, così da spostare le poste da un anno all’altro», propone il commissario Ue.
Un ramoscello di ulivo, una proposta di compromesso che cerca di evitare lo scontro diretto con il Parlamento europeo visto che su questo tema caldo l’Unione rischia la prima grave rottura istituzionale della sua storia. Dopo la trattativa fiume fra i capi di Stato e di governo, l’ultima parola sul bilancio dei prossimi sette anni spetta infatti all’Assemblea di Strasburgo che ha potere di veto.
Al Parlamento non piace che la nuova proposta del bilancio 2014-2020 comporti una riduzione di 34 miliardi rispetto ai sette anni precedenti. Inoltre secondo Martin Schulz, il presidente del Parlamento Ue, l’accordo prevede 14 miliardi di euro in meno solo nel capitolo dedicato a ricerca, competitività e infrastrutture. Insomma le opinioni divergono tra Parlamento e Commissione.
«Sono comunque felice del compromesso raggiunto sul bilancio Ue perché era un test importante da superare con il consenso di 27 paesi – spiega Lewandowski -. Naturalmente non sono d’accordo sull’ammontare complessivo raggiunto che, per la prima volta, si riduce nella storia europea e questo taglio di soldi in una fase in cui diventeremo 28 Paesi con l’ingresso della Croazia non è una scelta lungimirante». La proposta originaria della Commissione nel 2011 si basava su come finanziare più Europa con gli stessi soldi, «ma ora penso che noi andremo in una fase sperimentale di bilancio annuale senza indebitarci. La prossima settimana ci aspettiamo un primo parere negativo del Parlamento europeo che ha diritto di veto per la prima volta sul bilancio Ue in vista del voto definitivo in giugno».
L’altra richiesta del presidente del Parlamento europeo, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, è la clausola di revisione alla fine dei prossimi due anni, per controllare nuovamente se si sta facendo bene o no. Una clausola di revisione a maggioranza qualificata, senza diritto di veto per chiunque. «Questa proposta – dice Lewandowski – si scontra con una previsione macroeconomica negativa per il 2016-2017 che non ci consentirà aumenti di spesa in un trend recessivo». Infine ilcCommissario Ue chiude la porta a ogni possibilità di ricorrere alle politiche di indebitamento: «Noi dobbiamo restare in pareggio di bilancio, senza spender più di quello che riceviamo; possimo solo trasferire poste da un anno all’altro senza indebitarci». Berlino su questo non ammette cedimenti.
© Il sole 24 Ore – 11 marzo 2013