Occorre verificare le importazioni di cinghiali dall’estero, soprattutto dall’est Europa, dove potrebbero aver subito contaminazioni da attribuire all’esplosione del reattore della centrale di Chernobyl nel 1986.
E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alle tracce di cesio 137 in 27 cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia, nel sottolineare che spinge verso questa ipotesi il fatto che esami ripetuti annualmente abbiano dato solo quest’anno un risultato positivo.
E’ quindi necessario estendere immediatamente le analisi ad altri animali selvatici per fare al piu’ presto chiarezza sulle fonti di contaminazione in un Paese come l’Italia che ha fatto la scelta di non avvalersi del nucleare, a differenza di quanto accade nei Paesi confinanti. Il disastro nucleare di Fukushima in Giappone – conclude la Coldiretti – ha aumentato la sensibilità a livello nazionale dove per un italiano su quattro (24 %) la contaminazione dell’ambiente è il pericolo piu’ temuto che batte addirittura gli effetti della crisi economica (20 %), le paure per la salute che derivano dal consumo dei cibi (17 %), il rischio di un incidente automobilistico (11 %), la criminalità e la malattia entrambe fonte di preoccupazione per il 10 % della popolazione, secondo una elaborazione della Coldiretti, sulla base dei dati Eurobarometro.
Fonte Coldiretti (relazioni esterne) – 9 marzo 2013