I medici di base lanciano l´allarme, a causa di problemi organizzativi diventati “pesanti”, dovuti al trasferimento dei reparti avvenuto ancora un anno fa. Per un´ernia sono ormai normali attese che vanno da cinque a sei mesi. Il dottor Zen: «I pazienti si rivolgono alle cliniche private»
I medici di base parlano di una situazione pesante. E denunciano che le liste d´attesa per la chirurgia a Santorso si stanno allungando. A un anno dal trasferimento nel nuovo ospedale il reparto zoppica, procedendo a mezza velocità, nonostante il personale medico e infermieristico si dia un gran da fare. E così un cittadino dell´Alto Vicentino deve attendere sei mesi per un intervento chirurgico ormai di routine: il doppio rispetto ai tempi d´attesa regionali.
È il caso di Luigi Collareda, pensionato scledense di 74 anni, che l´11 settembre ha ottenuto dal suo medico di base l´impegnativa per la visita dal chirurgo e che oggi, nonostante la diagnosi abbia confermato la necessità dell´operazione, attende ancora le visite preliminari. Per questo chiede alla direzione dell´Ulss del perché di questi ritardi. «Non reputo il mio caso più importante di tanti altri – spiega Collareda -, ma non credo sia l´unico. Se l´ospedale ha problemi, come cittadino chiedo di essere informato».
«È una situazione pesante e diffusa di cui non riesco a darmi una spiegazione logica, tantopiù che non ci sono maggiori richieste di interventi chirurgici rispetto al passato ma questo non toglie che i tempi siano raddoppiati» conferma il dr. Augusto Zen, membro della commissione di sorveglianza sui tempi d´attesa del Nucleo di rappresentatività dell´Ulss, , l´organo attraverso il quale i medici di base si confrontano con la direzione dell´Ulss. Il dottor Zen, decano della professione che pratica dal 1976, conferma che sta diventando ormai normale un´attesa di 5-6 mesi per gli interventi più comuni, come la riduzione di un´ernia, il caso di Collareda. «Sempre più spesso i cittadini si rivolgono alle cliniche private, oppure ad altre Ulss – spiega il medico -. Ad Asiago per esempio, dove la chirurgia funziona a pieno ritmo e i tempi d´attesa sono assai contenuti».
Questo accade in un territorio che fino a non molto tempo fa poteva a buon diritto considerarsi un´eccellenza a livello chirurgico e che riusciva a rispondere alle esigenze dei pazienti pressoché in tempo reale, senza la necessità di liste d´attesa.
C´è da dire comunque che i tempi d´attesa sono lunghi solo per gli interventi procrastinabili che vanno in coda, mentre le prestazioni d´urgenza vengono svolte sempre con la massima rapidità. Il caso di Collareda è emblematico della situazione attraversata dalla chirurgia nel nuovo ospedale e delle risposte che i cittadini pretendono dall´Ulss. Ha dovuto attendere quasi 80 giorni (sui 30 previsti) per la visita dal chirurgo che ha confermato la sua patologia. Ora, dopo altri tre mesi (sui due previsti) è stata comunicata la data degli esami pre-operatori, che avverranno fra una decina di giorni. Ma nondimeno vuole che sia fatta chiarezza sulle ragioni dei ritardi.
Il Giornale di Vicenza – 28 febbraio 2013