L’Italia ha appena conquistato un record europeo: è all’ultimo posto per i fondi destinati alla prevenzione. A pari merito con Cipro. Contro una media della Ue che è di 2,9%. Un ultimo posto che, oltre a penalizzare la salute collettiva, ostacola il risparmio e fa crescere la spesa per le cure.
Una sorpresa che si scopre nel rapporto Ocse-Ue «Health at a Glance: Europe 2012». Crisi e tagli potrebbero avere buona parte delle colpe. Ma certo è che l’Italia, da tempo, sta lentamente scendendo in questa classifica. Poche campagne di informazione tra gli anziani come tra i giovanissimi. Per spiegare quali sono, con le parole giuste, i gli stili di vita (dal cibo, al fumo, alle visite) per limitare l’insorgenza delle malattie. Che sono il diabete, il cancro, il danni cardiovascolari o polmonari, l’ipertensione. Gli oncologi, conti alla mano, dimostrano che prevenzione vuol dire più salute e meno spese. «1135-40% dei tumori – ricorda Stefano Cascinu, presidente dell’Associazione oncologia medica – potrebbe essere prevenuto adottando alcune semplici regole. È importantissimo parlare ai giovanissimi e spiegare loro come stanno le cose con un linguaggio che non metta paura. Per questo siamo alla terza edizione del progetto «Non fare autogol!» una campagna dedicata ai ragazzi delle scuole superiori. Con noi i calciatori di serie A. Sono le abitudini del branco a rovinare gli under venti: dalla sigaretta, alla droga, al binge drinking del sabato sera, agli eccessi in generale. Aggiungiamo l’overdose di lampade solari. Bisogna fare arrivare loro i messaggi corretti». Un esempio: chi inizia a fumare a 15 anni ha il triplo di probabilità di sviluppare da adulto il cancro al polmone rispetto a chi inizia dieci anni più tardi. La consapevolezza degli italiani riguardo al cancro viaggia a due velocità: da una parte sei persone su dieci non ritengono più i tumori «un male incurabile», dall’altra, almeno uno su quattro come testimonia un sondaggio dell’Aiom, non ha la più pallida idea di quali siano gli esami di prevenzione. Solo il 38% degli intervistati sa che il cancro del colon-retto si può prevenire mentre 1 su 4 non è disposto a cambiare il proprio stile di vita (dimagrire, cambiare menù, sottoporsi a controlli) per diminuire il proprio livello di rischio. Scegliere ogni giorno menù in grado di tenere sotto controllo il colesterolo potrebbe far risparmiare allo Stato oltre tre miliardi di euro l’anno in spese sanitarie, e che in pochi anni, potrebbe arrivare a sfiorare i cinque miliardi.
Il Messaggero – 4 febbraio 2013