Scongiurata la temuta sospensione degli assegni di cura e dei contributi alle famiglie con persone anziane, disabili e non autosufficienti nonché ai malati che richiedono assistenza a domicilio.
Il centinaio di milioni necessario a finanziare l’assistenza è stato infine scovato: 42 li ha stanziati ieri la Conferenza Stato-Regioni, attingendo alle risorse previste dalla Legge di stabilità; i rimanenti 60 saranno coperto dalla sanità veneta, attraverso risparmi provenienti soprattutto dalla riduzione della convenzioni con le medicina privata. Stiamo parlando dei cosiddetti «extra-Lea», cioè dei livelli di assistenza che il Servizio sanitario nazionale non prevede come obbligatori, concedendo alla Regioni la facoltà di erogarli o meno: il Veneto, finora, è stato tra le pochissime a garantirli con puntualità, pur scontando – a differenza del resto d’Italia – la rinuncia all’addizionale regionale Irpef sulla sanità che priva le casse di Palazzo Balbi di un gettito pari a 140 milioni annui. Nell’ultimo anno, però, l’effetto combinato di aumento dei costi e taglio dei fondi da parte del Governo, ha indotto la giunta di Luca Zaia a deliberare, a partire dal 31 marzo, la sospensione delle prestazioni gratuite, ipotizzando forme di ticket e compartecipazione alla spesa da parte degli utenti o dei loro congiunti. Una prospettiva che ha suscitato dure proteste da parte delle associazioni di tutela del malato, accendendo uno scontro politico che ha suggerito all’esecutivo di congelare il provvedimento, esplorando altre soluzioni. Così è stato e alla luce degli eventi successivo sorge il dubbio di di una strategia – neanche troppo occulta – ideata da Zaia, dall’assessore Luca Coletto e dall’astuto segretario alla sanità Domenico Mantoan, lesti a usare lo spauracchio della scure extra-Lea per indurre il consiglio regionale a non sovraccaricare il bilancio del welfare con oneri impropri (prima tra tutti l’Arpav) ma, nella realtà, per nulla intenzionati a ridurre l’erogazione dei servizi.Tant’è. Sospiro di sollievo per i cittadini – centomila, almeno – direttamente beneficiari di assegni e contribuiti e per molti altri (dai minorenni che chiedono l’idoneità all’attività sportiva ai celiaci che necessitano di particolari alimenti) altrimenti privati di un sostegno prezioso. «Ora non ci sono più scuse, Zaia faccia marcia indietro sui tagli ad anziani e disabili», commenta Antonio De Poli (Udc), mentre Claudio Sinigaglia (Pd) definisce «sconcertante» il ritardo nel via libera ai direttori generali delle Ulss per il ripristino delle prestazioni e lamenta «il rinvio, voluto dal centrodestra, sul riparto provvisorio 2013 dei fondi sanitari: un’ulteriore dimostrazione della paura di quei tagli che in campagna elettorale non Lega e Pdl non vogliono rivelare e che attueranno dopo il voto».
Il Mattino di Padova – 25 gennaio 2013