Bertolissi: «La struttura statale tende a creare leggi che ostacolano invece di risolvere». Il costituzionalista ha curato uno scritto a più mani che smonta il programma lanciato dal premier uscente
«È solo la passione ad aver spinto questo bel gruppo di avvocati e tecnici che mi trovo a fianco a scrivere in pochi giorni di festività, dal 27 dicembre al 3 gennaio, questo libro». Il messaggio dell´instant book “Agenda Monti: parliamone” appena dato alle stampe – sarà presentato in anteprima domani sera in terra vicentina (vedi a lato) – è indirizzato al professore-premier che è “salito in politica”, ed è chiarissimo: “troppe parole generiche, te li indichiamo noi i problemi veri”. E il promotore del libro, il prof. Mario Bertolissi, costituzionalista conosciutissimo in Veneto come in tutta Italia, sa il rischio che corre in questi tempi di comunicazione politica tutta slogan e bollicine: essere semplicemente classificato “contro Monti”. Invece il suo libro riconosce a Monti la «limpidezza della candidatura nelle sue implicazioni personali, umane e politico-istituzionali», ma lo critica duramente per quella sua “Agenda” di governo annunciata a Natale.
Prof. Bertolissi, “smontate” l´Agenda Monti e ne proponete una ben più ricca di contenuti.
Chi l´ha scritta per il premier, che certo è molto impegnato, elenca una lista di cose da fare, di “libro dei sogni”, senza che mai si ponga una questione base: quali sono le difficoltà concrete da affrontare per attuare davvero tutti questi auspici. Monti invita al dialogo critico sulla sua Agenda? E noi con questo libro rispondiamo al suo invito.
Date la sensazione di dire chiaro a Monti che il problema vero è il potere della “struttura amministrativa”, dei funzionari.
È vero. Il problema non è tanto prendersela con l´amministrazione pubblica, in cui mi ci metto anche io come docente dell´Università, ma la mentalità formalistica che domina e che denunciava già Luigi Einaudi: una legge non è concepita per risolvere i problemi, ma per creare ostacoli che poi significano potere in mano alla struttura stessa. Spesso le norme sono create per non essere applicate.
Il governo Monti però era fatto proprio anche da alti dirigenti pubblici. Cosa ci si può aspettare?
Dobbiamo andare alla radice. L´Agenda Monti parla di riforma tributaria, ma chiedo: qual è l´obiettivo di base su cui impostare l´azione di riforma? È dal 2000 che è stato approvato lo Statuto del contribuente, quello che dovrebbe avere qualsiasi Paese civile, ma da allora a oggi la sua applicazione è stata derogata 450 volte! Si è sempre scelta la strada delle leggi sui controlli, sulle presunzioni di evasione e così via, potenziando quel clima di “fiducia che non c´è” verso lo Stato che è una delle radici dei problemi italiani. È a scuola che si può insegnare ai futuri cittadini a non evadere, non con le norme impositive che ti fanno sentire suddito. Ma questo chi ha scritto l´Agenda Monti lo ignora e la scuola è solo oggetto di tagli.
Come si può riformare allora il sistema?
La svolta sta proprio lì: nel cominciare a fare leggi semplici, comprensibili. Invece ti trovi in un sistema, per raccontarle un esempio che ho vissuto personalmente a Roma, per cui se anche la Regione Friuli e lo Stato si accordano che, per rimettere in funzione una ferrovia vitale per il territorio friulano, questa passi dalla gestione di Roma (che non ha soldi) a quella regionale, si alzano così tanti ostacoli di procedura-competenza-pareri che ci vorranno anni. Intanto la gente resta senza ferrovia, gli studenti non possono frequentare università e così via.
Ma allora non c´è speranza?
Serve un sussulto morale, come dice il vescovo teologo Bruno Forte. Bisogna trasformare il potere, perché oggi governa la burocrazia e il Paese soffoca. Ma lo Stato, col Ministero delle finanze-economia, non ha mai voluto cambiare nulla.
Pensa che se col voto si crea l´asse delle Regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto) possa segnare una svolta?
Solo se ci si mette in testa di mettere assieme le migliori competenze che ci sono sul territorio e si affronta il tema vero: cosa si può attuare, e in tempi sostenibili. Ma se si va ancora solo per slogan come è avvenuto finora, non ne uscirà nulla. Come è accaduto, e l´ho detto fin dall´inizio, con il federalismo, demaniale e fiscale.
Piero Erle – 23 gennaio 2013 – Giornale di Vicenza