Animata assemblea con oltre 400 doppiette invitate da Federcaccia a discutere del piano venatorio e della rimozione di appostamenti fissi e torrette. Il presidente Bonavigo: «La lotta in atto fra assessore regionale ed eurodeputato è un teatro comico che ci impedisce di esercitare»
Cacciatori contro l´assessore regionale Daniele Stival e l´eurodeputato Sergio Berlato. Alla Pescasportiva di Velo d´Astico, la carica di 400 cacciatori, giunti, su invito della Federcaccia (Fidc), per confrontarsi su temi scottanti. Ad essere rappresentate, le riserve alpine della Zona Alpi, che comprende 7 comprensori alpini della provincia di Vicenza.
Un incontro atteso, in cui non sono state risparmiate critiche ai politici , rei, secondo il presidente della Fidc della sezione provinciale di Vicenza, Giancarlo Bonavigo, di aver inscenato «un teatrino comico, alla luce della lotta apertasi all´interno della stessa maggioranza regionale e dell´alleanza, in vista delle prossime elezioni, sulla diverse posizioni relative alle cacce in deroga»: da un lato, Stival che non l´ha concessa per l´abbattimento di fringuelli, peppole, vispole e storni, temendo le ventilate e milionarie sanzioni europee; dall´altro, l´on. Berlato, convinto del contrario, e cioè che tale decisione sia frutto di paura, e di una lettura errata delle prescrizioni della Commissione europea.
«Il risultato di tale comico problema – ha commentato il presidente Bonavigo – è che da un anno a noi cacciatori è stato impedito di esercitare questa caccia. A noi non sta bene, stare fermi e paralizzati non giova a nessuno, basti pensare a quanti danni provocano gli storni alle colture e ai monumenti, mentre recenti rilevazioni europee hanno attestato che le colonie di fringuelli sono in forte aumento».
Non sono mancati strali rivolti alle associazioni animaliste: «? secondo la Lipu tutte le specie sono in declino; l´Europa è percorsa da un´onda animalista demagogica; in Italia ora c´è l´obbligo di assistenza all´animale ferito in strada, per evitare la denuncia per omissione di soccorso, senza tener conto dei pericoli insiti nel soccorrere rapaci e aironi feriti». Gli interventi del pubblico hanno poi spostato la discussione su un altro tema-caldo: la rimozione degli appostamenti fissi e delle torrette, pena forti sanzioni. Che fare? «Pagate al più presto per i vostri appostamenti, perché così non siete fuori norma», lasciando capire che tali strutture, in tal modo, potrebbero anche non essere rimosse, soprattutto se da tempo incastonate nella vegetazione.
Altro strale alla Regione: «Interpretando in modo troppo restrittivo le avvertenze della Sovrintendenza, ha fatto una delibera proibendo i capanni nella “visuale di chiese e cimiteri”, coinvolgendo, quindi, molte zone del Vicentino ricche di tali presenze sparse nel territorio. Perché, invece, non ne ha fissato la distanza?», è stata l´amara conclusione del presidente
Il Giornale di Vicenza – 20 gennaio 2013