Padova, prima uscita pubblica della virologa per la campagna elettorale. «E sono qui per la ricerca»
Elegante, con un vestito rosso che le calza a pennello e una piccola spilla con una cavalletta regalatale da sua figlia prima di uscire di casa. «Per ricordarmi che devo qualcosa alle nuove generazioni e che anche se la mia è una mission impossible devo impegnarmi», sorride Ilaria Capua nella sala del caffè Cavour a Padova alla prima apparizione pubblica di questa campagna elettorale che, salvo sorprese, la porterà alla Camera con il partito guidato da Mario Monti.
Nemmeno i primi contrasti a distanza con il premier uscente sul matrimonio gay scompongono il sorriso della virologa: «È vero: io sono favorevole ai matrimoni gay e Monti ha detto di essere contrario. Ma ha anche detto di essere favorevole alla regolarizzazione delle forme di convivenza e questo mi sembra già un passo avanti, d’altra parte non mi sono candidata per prendere decisioni su questioni che non conosco in profondità, io spero di entrare in parlamento per essere una paladina della ricerca scentifica. Perché conosco il mondo della ricerca e della scienza e so quanto arretrato sia il sistema burocratico che lo circonda e ne impedisce lo sviluppo».
Della stessa opinione Giampiero Dalla Zuanna, capolista al Senato per Monti voluto dal ministro Andrea Riccardi, che ricorda come il Professore abbia lasciato libertà di coscienza su molti temi sociali e su come invece si dovrà puntare a un certo rigore e professionalità nella gestione della cosa pubblica. «Ricordo che per aborto e divorzio hanno deciso gli italiani, mentre l’unica legge di questa portata fatta dal parlamento, quella sulla fecondazione assistita, è stata bocciata dalla corte costituzionale. Sono decisioni che vanno prese con calma e con gli strumenti opportuni», conclude Dalla Zuanna, anche lui ricercatore (demografo) prestato alla politica.
«Monti mi ha convinto quando mi ha assicurato che potrò essere la portavoce del mondo scentifico in parlamento — continua Capua — e io sono certa che se dovessi accorgermi, dopo il voto, che il peso di Monti non sarà sufficiente per garantirmi questo ruolo, io me ne andrò perché non mi interessa restare a Roma a schiacciare dei bottoni».
Capua infatti assicura che la ricerca scentifica italiana l’avrebbe comunque persa per un breve periodo dato che, dopo il blocco del trasferimento alla Città della Speranza, aveva deciso di prendersi un anno sabbatico per continuare a cercare finanziamenti per la ricerca all’estero. «Così invece potrò farlo in Italia lavorando per mettere insieme cordate di ricercatori e partecipare ai bandi europei che sono fondamentali per avere risorse», aggiunge la virologa che sottolinea come dopo vent’anni nel mondo della ricerca abbia la certezza che «il sistema è obsoleto rispetto a quello del resto del mondo».
«Monti mi ha garantito che potrò avere un ruolo rispettoso della mia visione internazionale della ricerca e i veneti, soprattutto quelli che mi hanno scritto in questi giorni preoccupati per la mia candidatura non devono temere: il Veneto non perde una ricercatrice, ma guadagna una portavoce della ricerca scentifica in parlamento». Dietro al microscopio infatti Ilaria Capua non ci sta più da parecchi anni visto che il suo ruolo è più quello di coordinatrice che di semplice tecnica.
Corriere del Veneto – 18 gennaio 2013