Carroccio, un posto in segreteria federale per Bricolo. E Donadi «svuota» l’Idv. Le liste del Centro Democratico zeppe di ex dipietristi
VENEZIA — La roulette delle liste gira vorticosamente. Sul tappeto verde – verde leghista, in questo caso – cominciano a depositarsi i verdetti. Per esempio: nel ristretto numero dei posti «buoni» al Senato, quelli che garantiscono l’elezione a Roma, al segretario veneto Flavio Tosi – da ieri in conclave con il capo Roberto Maroni per compilare le liste – è riuscita l’operazione di piazzare uno dei suoi colonnelli veronesi. L’onore toccherà a Paolo Tosato, attuale vicecapogruppo del Carroccio in consiglio regionale, che ha vinto il ballottaggio interno con una altro veronese e tosiano di peso, l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. Troppo delicato il ruolo di Coletto, troppo rischioso aprire in questa fase un rimpasto di giunta coinvolgendo una delega di primissimo piano come quella alla Sanità. Meglio puntare su Tosato – che ha 40 anni giusti giusti, l’età minima per entrare in Senato -, la cui partenza verso palazzo Madama aprirà le porte a un’operazione di subentro molto più semplice: in consiglio regionale approderà il primo dei non eletti per la Lega a Verona, quell’Enrico Corsi che, nel frattempo, è entrato a far parte dell’amministrazione comunale guidata da Tosi.
Per un veronese che si appresta a esordire in Senato, eccone un altro che, invece, al Senato dovrà dire addio, dopo avere raggiunto le posizioni di vertice. Che Federico Bricolo, capogruppo uscente dei leghisti, non sarebbe stato ricandidato, si era capito da tempo: troppo stretto il suo legame con il fu «cerchio magico» bossiano per sperare di passarla liscia. Adesso sappiamo anche come la sua esclusione verrà ricompensata. Maroni ha annunciato proprio ieri che Bricolo sarà il nuovo responsabile della segreteria politica federale, naturalmente «in considerazione della sua grande esperienza e dell’importanza strategica – sono parole di Maroni – che questo ruolo riveste nell’azione futura del movimento nella prospettiva dell’Euroregione del Nord». Bricolo, che ha soltanto 46 anni e quindi una prospettiva ancora lunga davanti a sè, dopo essersi fatto quasi 12 anni in Parlamento, ha abbozzatto soddisfazione: «Preferisco non ricandidarmi e restare qui sul territorio, dove giochiamo una partita per noi decisiva».
Sul territorio giocano una partita decisiva anche i candidati di Centro Democratico. Non tanto perché il partito di Massimo Donadi possa aspirare alle percentuali che furono della Lega, quanto perché le liste presentate in Senato e alle due circoscrizioni della Camera decretano l’implosione dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
Basta scorrere i nomi per scoprire che, fatta eccezione per il capolista a palazzo Madama, Alfio Capizzi, strappato alla montiana Udc e che ha ottime probabilità di arrivare a Roma, la maggioranza dei candidati sono ex rappresentanti di peso dell’Idv usciti a dicembre a seguito di Donadi in netta protesta con la gestione «padronale» del partito di Di Pietro.
Con Donadi (capolista in Veneto 1 e 2) figura una lunga lista di ex Idv che va dal consigliere regionale Gustavo Franchetto, al vicentino Marco Mirijello, al consigliere provinciale di Venezia Marco Benozzi, all’ex segretario del partito di Treviso Gianluca Maschera, all’ex coordinatore di Belluno Roberto Baldan, all’ex tesoriere di Venezia Rocco Vianello, all’ex coordinatrice nazionale delle donne Franca Longo, all’ex capogruppo in Comune di Padova Fabio Scapin e all’ex segretario di Rovigo Massimo Zanella. Centro Democratico, dunque, rischia di dissanguare per sempre l’Idv in Veneto, visto che a quelli in lista si aggiungono altre decine di nomi (uno tra tutti, l’ex segretario veneziano Diego Gallo) che hanno deciso di abbandonare Di Pietro e di sostenere Donadi dall’esterno.
Completate anche le liste dell’Udc alla Camera (al Senato ci sarà un’unica lista Monti), che hanno creato diverse tensioni a Venezia, dove sono state ignorate le indicazioni della segreteria (l’assessore Ugo Bergamo non ha trovato posto tra i candidati) ed è stato imposto come capolista il nome del vicecapogruppo dell’Udc alla Camera Gian Luca Galletti, seguito dalla segretaria di Treviso Gianna Galzignato e dalla candidata sindaco di Portogruaro Enrica Pontello. Per Veneto 1 invece l’Udc ha puntato sul ministro dell’Agricoltura del governo Monti Mario Catania, foresto come Galletti, che insieme al consigliere regionale Stefano Valdegamberi e all’assessore vicentino Massimo Pecori completa il terzetto di peso. Entrambi i capilista – ha assicurato il leader veneto dell’Udc Antonio De Poli – dovrebbero optare per l’elezione in un’altra circoscrizione, lasciando il seggio ai candidati «nostrani».
Alessandro Zuin – Corriere del Veneto – 17 gennaio 2013