Torna l’allarme esche avvelenate per cani nella Municipalità di Favaro. Il direttore delle Politiche ambientali del Comune, Andrea Costantini, ha emesso un nuovo avviso, appeso anche all’albo pretorio, nel quale si avverte la cittadinanza che sul territorio si sono verificati ulteriori rinvenimenti di bocconi avvelenati.
La strada presa di mira questa volta è via Morosina, laterale di via Casilina, in sostanza il quadrante che si allunga tra via Orlanda e la zona del cimitero: i campi da una parte e dall’altra potrebbero essere stati “contaminati”. Lo scorso fine settimana, infatti, una famiglia di agricoltori della zona, che ha due meticci da guardia, ha fatto la brutta scoperta. Uno dei due animali ha trovato le esche avvelenate e, attirato dall’odore, se n’è cibato. A trovarlo è stato un cacciatore, che individuati i bocconi mentre camminava per i campi, ha messo il suo cane in auto. Poco lontano però, ha visto un animale che barcollava e l’ha portato all’Asl per farlo riconoscere tramite il microchip. Per lui però, non c’è stato nulla da fare. Una strage quella dei cani, da caccia e non, che continua. L’avviso del Comune invita tutti i possessori di animali a tenerli al guinzaglio e dotarli di museruola, così come previsto dalla legge, ma anche a segnalare nuovi casi alle forze di polizia, perché possano arrivare ad una svolta nelle indagini e capire chi vuole far del male ad animali che nessuna colpa hanno. Si precisa, inoltre, che esiste il divieto di utilizzare in modo improprio esche e bocconi contenenti sostanze tossiche o nocive, compresi plastiche e metalli, che è vietato abbandonare alimenti che causano intossicazione e precisa, a veterinari e padroni, che devono rivolgersi a chi di competenza. A dicembre esche erano state trovate anche al parco di San Giuliano, a Ca’ Noghera, nella zona di Campalto, da forte Bazzera a via Ca’ Zorzi, passando per via Litomarino. Una morte atroce quella che si prospetta agli animali vittima delle esche, che hanno mietuto già oltre una ventina di vittime.
La Nuova Venezia – 17 gennaio 2013