La riforma della Pac darà fondi a chi protegge l´ambiente rurale, lavora per la biodiversità e risparmia le risorse naturali
La Provincia di Verona ha approvato una delibera che indirizza l´attività dell´Istituto sperimentare di frutticoltura verso i temi della sostenibilità ambientale. Scelta quanto mai opportuna, perché l´agricoltura del futuro dovrà rappresentare l´asse portante della «green economy»: parliamo di sostenibilità dei processi produttivi che deve tener conto della salvaguardia delle risorse naturali, ma anche dell´economia e del mercato. È la green bioeconomia che, oltre alla crescita e all´occupazione, guarda alla sostenibilità degli ecosistemi. Lo sviluppo sostenibile risponde all´esigenze del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità.
La «crescita verde» del settore agricolo si regge su tre strumenti: investimenti in ricerca e innovazione (è stato calcolato che ogni euro investito in ricerca per la bioeconomia genererà 10 euro di valore entro il 2025, con un ritorno pari a 10 volte l´investito); sviluppo dei mercati e della competitività; integrazione delle politiche (la Politica agricola comune è da tempo centrata sui principi di sostenibilità e di attenzione alle risorse naturali e alle esigenze del consumatore e dell´opinione pubblica).
POLITICA AGRICOLA COMUNE. La riforma della Pac è necessaria per meglio raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare, prevenzione dei cambiamenti climatici, e per spingere una gestione sostenibile delle risorse naturali, mantenendo viva l´economia agricola e rendendola più competitiva, equa ed efficiente in modo da superare la crisi economica. Più finanziamenti saranno destinati a chi proteggerà il paesaggio rurale e a chi punterà sulla biodiversità.
La tendenza è chiara e svantaggia l´agricoltura intensiva a favore di un´agricoltura più sostenibile focalizzata sui metodi tradizionali. L´Unione europea nei prossimi sette anni, 2014 – 2020, ha previsto di stanziare 1 miliardo e 200 milioni di euro che saranno indirizzati ogni anno ad interventi di rinverdimento: copertura vegetale; diversificazione produttiva (rotazione delle colture); pascoli e prati permanenti; set-aside ecologico; agricoltura biologica.
Attenzione particolare avrà la rotazione delle colture: ogni agricoltore che possiede oltre tre ettari potrà accedere ai finanziamenti solo se pratica almeno tre tipi di coltivazioni diverse. In questo modo si cerca di tutelare la diversità paesaggistica, ma anche di scoraggiare quelle pratiche che portano all´impoverimento dei terreni come le monocolture. Gli agricoltori che hanno deciso di associare alla produzione di cibo quella di energia da biomassa, potranno risentire di questi nuovi orientamenti della politica comunitaria.
BIODIESEL. Coltivare mais per la produzione di biodiesel non sarà più conveniente. Pur condividendo le tematiche ambientali, la sostenibilità dell´agricoltura non deve rappresentare però un onere per gli agricoltori. Sono indubbie le potenzialità dell´agricoltura in un´accezione multidisciplinare in cui svolge anche un servizio d´interesse generale per la tutela del territorio, ma per parlare di sostenibilità è necessario innanzitutto che il settore agricolo riduca l´impatto delle sue produzioni (eccesso di nitrati e fitofarmaci) e il consumo di risorse primarie (come l´acqua) attraverso un recupero di efficienza e di buone pratiche agricole.
L’Arena – 15 gennaio 2013