«Dal Veneto arriveranno volti nuovi, provenienti anche dalla società civile e dal mondo dell’associazionismo e del volontariato». Parola di Antonio De Poli, portavoce nazionale dell’Udc, che ieri sera è intervenuto sulle prospettive del Centro alle Politiche del 24-25 febbraio: tre liste alla Camera, lista unica al Senato “Con Monti per l’Italia”.
Proprio l’elenco dei ventiquattro candidati al laticlavio potrebbe essere aperto, in base a un’indiscrezione che rimbalza dalla capitale, dal nome della virologa Ilaria Capua. La professoressa Capua, responsabile del Dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, avrebbe ricevuto un’offerta dagli ambienti di Italia Futura, il movimento-partito che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo, e avrebbe chiesto una pausa di riflessione pensarci. Il «corteggiamento» inizia ancora il 17 novembre, quando la scienziata era stata invitata alla convention del leader di Italia futura a Roma. «Grazie per l’invito, ma gli impegni di lavoro mi costringono a rinunciare», ha detto la Capua con rammarico. Tutto finito? Affatto. I contatti sono diventati frequenti, al punto che la scienziata ha ricevuto una telefonata con la richiesta formale di candidatura per la lista Monti. Ancora indecisa resta l’eventuale collocazione: al Senato, dov’è prevista la lista unica, il suo nome potrebbe essere la vera sorpresa, il grande salto di qualità con l’apertura alla società civile tanto auspicata da Monti come requisito base per la candidatura. Il premier e senatore a vita ha imposto che al Senato non ci sia nessun parlamentare in carica ripresentato: si parte da zero, nel segno del rinnovamento. Proprio come voleva Corrado Passera, uscito di scena per i contrasti con Casini. Discorso diverso invece per l’ipotesi Camera dei deputati: l’area di centro marcia verso tre liste distinte e Ilaria Capua potrebbbe finire tra gli «eletti» di Montezemolo e Monti. Tra qualche giorno è atteso l’annuncio. Nata a Roma nel 1966, vincitrice di premi internazionali per le sue ricerche sull’influenza aviaria, la ricercatrice è diventata, a metà novembre, un “caso nazionale” quando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione degli Stati Generali della Cultura a Roma, l’ha convinta a non fuggire all’estero come è già accaduto per tanti altri cervelli italiani. All’origine della mobilitazione in favore della Capua, che ha coinvolto politici (in testa il sindaco di Padova Flavio Zanonato), ricercatori, imprenditori e mondo dell’associazionismo, il mancato trasferimento della direttrice del Dipartimento di Scienze biomediche comparate all’ottavo e al nono piano della Torre della Ricerca pediatrica costruita a Padova dalla Fondazione Città della Speranza. In attesa di conoscere le decisioni della professoressa Capua, che per i montezemoliani potrebbe rappresentare uno dei fiori all’occhiello del mondo della cultura (insieme all’economista Irene Tinagli e alla glottologa Stefania Giannini, rettore dell’università per stranieri di Perugia), va segnalato che proprio a San Silvestro, sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto, è apparsa la delibera di giunta con la quale, su proposta del vicepresidente Marino Zorzato (Pdl), l’esecutivo guidato dal leghista Luca Zaia ha disposto, all’interno del bilancio 2012, il pagamento della prima rata, pari ad un milione di euro, per l’acquisizione (prezzo finale fissato in tre milioni) dei piani 8 e 9 della Torre della Ricerca della Fondazione “Città della Speranza”.
Il Mattino di Padova – 3 gennaio 2013