Michela Nicolussi Moro. Arrivano in corsia i primi 22 specializzandi assunti dalla Regione. Per dirla con le parole dei diretti interessati nei reparti loro c’erano già, a svolgere il tirocinio di legge: la novità è che ora gli specializzandi al quarto e quinto anno, vincitori di concorsi banditi da Azienda Zero, vengono assunti con contratto da dirigente medico a tempo determinato. Fino a specializzazione completata, quando passeranno a tempo indeterminato. E’ la prima applicazione del decreto Calabria, che a fronte della carenza di medici (circa 50mila in Italia, 1300 nel Veneto), prevede l’assunzione di specializzandi agli ultimi due anni di corso, previo accordo con le Università di riferimento. Chiamate a dichiarare il livello di autonomia di ogni specializzando, in modo da capire quali compiti potergli assegnare in sicurezza.
«E noi il protocollo con gli Atenei di Padova e Verona l’abbiamo appena sottoscritto — ricorda il governatore Luca Zaia — siamo apripista in Italia. I rettori Rosario Rizzuto e Pier Francesco Nocini hanno ottenuto l’approvazione all’unanimità dai rispettivi Cda e Senati accademici. L’accordo prevede anche l’ampliamento della rete formativa, cioè del numero di ospedali nei quali gli specializzandi possono svolgere il tirocinio ed essere assunti». Agli ospedali universitari di Padova e Verona e a quelli di Treviso, Venezia e Vicenza si aggiungono gli altri due hub di Belluno e Rovigo e gli spoke, tra cui Bassano, Camposampiero, Santorso, Cittadella, Feltre, Mirano, solo per citarne alcuni. «Per noi sarebbe una bella boccata d’ossigeno, che ci consentirebbe di risparmiare i soldi ora investiti in convenzioni con le altre Usl e in contratti libero-professionali — dice Adriano Rasi Caldogno, dg dell’Usl 1 Dolomiti —. Ci mancano 130 specialisti». L’accordo sarà siglato con altre Università, tra cui Ferrara e Trieste.
I 22 specializzandi saranno impiegati in Azienda ospedaliera a Verona (il numero maggiore: 7), a Treviso, Bassano, Santorso e nei presìdi dell’Usl 4 Veneto Orientale (Portogruaro e San Donà). Si tratta di anestesisti, medici di Pronto Soccorso e internisti. «Con la Regione abbiamo lavorato mesi per arrivare ad un accordo che garantisca allo specializzando di continuare una formazione di qualità e nello stesso tempo ottenere un contratto comprensivo di tutte le voci, incluse le indennità di esclusiva, di posizione e di risultato — spiega il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina di Padova —. Non sarà un tappabuchi, ma starà 32 ore alla settimana in reparto, contro le 38 di un medico strutturato, e trascorrerà le altre 6 ore in Ateneo. E’ una misura emergenziale: se si presentano ai concorsi, la precedenza va agli specialisti».
Perplesso Mirko Claus, presidente nazionale di Federspecializzandi: «Saremmo più tranquilli se le Regioni arrivassero a un accordo-quadro col governo per l’applicazione uniforme del decreto Calabria. Altrimenti ognuna deciderà per conto proprio orario di lavoro, parte teorica della formazione e la responsabilità in caso di contenzioso della figura ibrida specializzando-dirigente medico».
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