Nel nostro Paese l’industria della trasformazione delle carni vale 8 miliardi di fatturato – di cui 1,6 miliardi di export – conta 900 aziende e dà lavoro a quasi 30mila persone. Oggi, però, si trova al centro di una tempesta perfetta: in primo luogo, deve fronteggiare un aumento dei costi della materia prima del 40%, per colpa della peste suina che continua a falcidiare i maiali in Cina e causa un’impennata della domanda di carne da parte di Pechino che stravolgerà al rialzo la dinamica dei prezzi per i prossimi cinque anni. A tutto questo si aggiungono il calo dei consumi interni e il problema dei dazi americani, che colpiscono i nostri salami e le nostre mortadelle, il rischio Brexit e la proroga al 31 dicembre 2020 dell’embargo russo.
«In gioco c’è la sopravvivenza stessa del settore», ha detto ieri Nicola Levoni. Per l’industria della trasformazione, il costo della materia prima rappresenta fino al 75% del costo totale di produzione: «Per questo al governo chiediamo un tavolo bilaterale con la Gdo e misure finanziarie ad hoc. Mentre alla Ue chiediamo un miglioramento delle misure di biosicurezza, per evitare che la peste suina si diffonda anche in Europa, e anche fondi per la promozione dell’export e per il supporto finanziario delle aziende: il settore dei salumi ha tempi di stagionatura lunghissimi, durante i quali il capitale è immobilizzato in magazzino».
Alle imprese del comparto il ministro Bellanova ha promesso la convocazione a breve di un tavolo di filiera: «Dobbiamo aumentare la trasparenza del comparto a cominciare dal benessere animale negli allevamenti – ha detto ieri intervenendo all’assemblea nazionale di Assica – e dobbiamo rafforzare i sistemi di controllo. Abbiamo inviato i decreti attuativi del Decreto Emergenze alla Conferenza Stato Regioni e vogliamo rendere i fondi operativi quanto prima». Si tratta di 5 milioni in tutto su due anni, il 2019 e il 2020, da dedicare all’ammodernamento dei macchinari produttivi e alla promozione del comparto. Ma secondo Assica, data la gravità del momento, di fondi ne occorrerebbero dieci volte tanto.
Micaela Cappellini