La legge quadro? «Tra il 15 e il 25 novembre dovremmo essere nella condizione di presentare al parlamento una proposta. Una proposta alla luce del sole, non come quelle notturne che sono state fatte per la manovra, ci prenderemo poi una ventina di giorni per raccogliere tutti gli emendamenti e proveremo a fare una sintesi nel miglior modo possibile». La firma delle intese? «Per me dall’1 gennaio si può cominciare a firmare, possono essere due o tre, parlando di quelle già pronte. Poi dovranno essere sottoposte al parlamento per conferire al tutto maggior forza e credibilità». I Livelli essenziali di assistenza (Lep)? «Penso sia giusto pensare a un commissario di governo per definirli, con il modello utilizzato anni fa con Alessandro Pajno (ex commissario straordinario per il completamento del federalismo amministrativo, ndr .). Decideremo in parlamento come fare e a quali condizioni, ma i Lep vanno fatti».
È un intervento a tutto campo quello in cui si è lanciato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, all’indomani della conferenza stampa convocata dal governatore Luca Zaia per fare il punto della (pessima) situazione a due anni dal referendum. Zaia ha minacciato di farsi l’autonomia da sé, se non riceverà in tempi rapidi una risposta credibile, portando in consiglio regionale (col placet del presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti) tanti progetti di legge quante sono le 23 materie oggetto dell’intesa.
Il ministro, rispondendo indirettamente a Zaia, spiega di «aver corso molto in questi giorni nella speranza di poter recuperare buona parte del lavoro fatto» e si mostra ottimista: «Mi auguro che questo percorso possa vedere la luce nel corso del 2020. Siamo disponibili a continuare il confronto nelle prossime settimane, per noi sarà un cantiere aperto. Ha senso cambiare schema e proporrò un modello che ci aiuterà ad arrivare al risultato in tempi rapidissimi». Con una novità: «Sto chiedendo a tutti i presidenti di Regione di sedersi al tavolo e attivare l’articolo 116. Questo è un consiglio che sto dando a tutte le Regioni».
Replica Zaia: «Noi siamo sempre stati chiari e corretti nelle trattative sia con Gentiloni che con Conte 1 e ora con Conte 2. Il mio ruolo è esclusivamente quello di fare l’interesse dei veneti: aspettiamo una proposta da parte del governo. Boccia dice che questi sono i tempi. Ne prendiamo atto. Se son rose, fioriranno».
Nel frattempo, complice la ricorrenza referendaria, s’infiamma il dibattito politico. Il senatore Antonio De Poli dell’Udc incalza Boccia («Un commissario per i Lep? Ciò che conta non sono gli strumenti ma contenuti e obiettivi») mentre il deputato del Pd Roger De Menech infila nel mirino Zaia: «Il 21 dicembre 2018 annunciava trionfalmente che avrebbe passato il “Natale più bello della sua vita”. Una vera e propria dichiarazione d’amore verso il governo gialloverde perché nei “prossimi due mesi la partita sarà chiusa e l’autonomia sarà realtà”. Rileggere ora quelle parole suscita imbarazzo. Adesso il presidente cerca lo scontro a tutti i costi con Boccia, che ha individuato un percorso serio per arrivare al traguardo. Zaia faccia un esercizio di realtà, non perda tempo in inutili, poco credibili e infruttuose baruffe».
Il Corriere del Veneto