La sottoscrizione del protocollo, suddiviso in 7 punti, “impegna la Regione Veneto a far fronte nei prossimi anni alle carenze sia dal punto di vista delle risorse che di organico fino ad ora discretamente ignorate”, evidenzia la Fp Cgil. “Ora attendiamo che, agli impegni presi, seguano comportamenti coerenti e fatti precisi”, evidenzia Fvm. E Lanzarin annuncia: “Da settembre ci saranno dei veri e propri incontri con dei tavoli specifici sui 7 punti programmatici”. IL DOCUMENTO
Dopo mesi di botta e risposta fra le sigle sindacali, che avevano sottoscritto la vertenza “Codice Rosso”, si è finalmente arrivati ad una svolta. A palazzo Balbi l’Assessore Manuela Lanzarin, il direttore generale Domenico Mantoan e le OO.SS. promotrici della vertenza, hanno sottoscritto il protocollo d’intesa che pone fine a quelli che sono stati gli ultimi mesi più discussi nel mondo della sanità veneta.
I contenuti del protocollo, suddivisi in sette aree, hanno ad oggetto:
1. L’analisi del fabbisogno di personale e del conseguente bagaglio professionale;
2. Il monitoraggio dei piani di spesa attivati da Ulss e Aziende e delle modalità di utilizzo dei risparmi conseguenti;
3. Il controllo dei «valori minimi di riferimento del personale» già in vigore e la definizione di quelli relativi a nuove attività;
4. La verifica delle condizioni di «reinternalizzazione» dei servizi sanitari fin qui appaltati a imprese private (vedi i casi delle coop nei pronto soccorso);
5. L’individuazione di «ogni possibile risorsa economica incentivante» compatibile con i tetti di spesa a compenso «degli sforzi e dell’abnegazione» riconosciuti al personale veneto;
7. La verifica periodica dell’applicazione del Piano socio-sanitario 2019-2023 e della DGR 614/2019 sulle cosiddette schede ospedaliere e territoriali.
Il Segretario regionale Adriano Benazzato per l’Anaao Assomed esprime soddisfazione per il risultato raggiunto: “Essendo stato uno dei promotori di questa iniziativa che si è conclusa positivamente, esprimo soddisfazione per la sottoscrizione del Protocollo di Intesa con la Regione, peraltro molto ampia vista la convergenza e la condivisione, se non di tutte, di quasi tutte le sigle sindacali regionali di tutte le diverse aree contrattuali. Mi auspico ora che gli impegni assunti tra le parti si traducano nei prossimi mesi, molto pragmaticamente, in fatti concreti”.
“Anche il Veneto, come tutte le Regioni, soffre di una massiccia carenza di medici, infermieri ed OSS, oltre al personale tecnico e amministrativo – spiega Sonia Todesco, Segretaria FP CGIL Veneto – e in tutte le aziende ospedaliere venete, per garantire i livelli d’assistenza ai malati, si sono costantemente erosi i diritti dei lavoratori, come riposi compensativi e ferie. Il conto annuale parla chiaro: la media dei giorni fruiti ogni anno dai nostri infermieri è di 28 giorni a fronte dei 36 spettanti. Significa che negli ultimi 5 anni un solo lavoratore ha accumulato un arretrato di 40 giornate. Oltre a questo va ricordato che le retribuzioni dei lavoratori nella Regione Veneto sono tra le più basse a causa, anche, della sospensione importante, dal 2008 in poi, di risorse aggiuntive che altre regioni hanno invece finanziato. La sottoscrizione del protocollo d’intesa impegna la Regione Veneto a far fronte nei prossimi anni alle carenze sia dal punto di vista delle risorse che di organico fino ad ora discretamente ignorate”.
Cimo medici Veneto esprime soddisfazione per le convergenze sancite con la firma del Protocollo di Intesa fra Regione Veneto e OO.SS. e resta in attesa dei dati dalla Regione Veneto su ore straordinarie e pacchetti di libera professione di equipe già richieste, con riferimento alle diverse Aziende sanitarie Venete degli ultimi 5 anni. Il Segretario CIMO Veneto, Giovanni Leoni, ritiene questo un passaggio fondamentale che evidenzia lo sforzo prestato nel tempo dai colleghi, in particolare di quelli che hanno dedicato la loro vita professionale all’urgenza – emergenza per dare risposta veloce alle richieste dei cittadini, in tempi di minori risorse umane. “Come già sottolineato più volte sulla stampa – conclude Leoni- al fine di ridurre il rischio aggiuntivo di errore e danno verso l’utente è necessario un adeguato carico di lavoro/riposo rispettando le reali possibilità fisiche e di prestazione di medici, infermieri ed operatori”.
Al tavolo della trattativa presente anche la presidente di Fvm Veneto Maria Chiara Bovo che esprime grande soddisfazione del risultato raggiunto. “Si tratta di un primo importante passo e di un’apertura significativa da parte dei vertici della sanità regionale su tutti i principali temi che l’Intersindacale veneta aveva sollevato con la mobilitazione di questi ultimi mesi. Ora attendiamo che, agli impegni presi, seguano comportamenti coerenti e fatti precisi. Va detto che per il buon esito della trattativa l’unitarietà delle organizzazioni sindacali è certamente stata decisiva”.
Questo tavolo di confronto, apertosi il 13 giugno scorso fra Regione e OO.SS. e conclusosi con la sottoscrizione del Protocollo di intesa, impegna di fatto tutte le parti ad un dibattito e alla ricerca di soluzioni su ogni punto dell’accordo. “Infatti, da settembre ci saranno dei veri e propri incontri – spiega l’Assessore alla salute Manuela Lanzarin – con dei tavoli specifici sui 7 punti programmatici che racchiudono il protocollo di intesa e, su ciascun tema ci si ragionerà, traendo le conclusioni puto per punto. Ricordiamo che nel frattempo sia a livello regionale che statale sono stati fatti dei provvedimenti a favore della sanità, come ad esempio gli incentivi con retribuzioni integrative per le aree più disagiate o lo sblocco del vincolo di spesa ferme al 2004”.
Endrius Salvalaggio
17 luglio 2019
QUOTIDIANO SANITA
Allegati: