Mentre l’orso M49 continua la sua fuga nei boschi del Trentino orientale – e non si può escludere che possa mettere zampa anche in Veneto – il dibattito sui grandi carnivori infiamma il mondo politico: la rocambolesca fuga del plantigrado più famoso d’Italia dall’area faunistica del Casteller e l’inseguimento (ancora in corso) da parte delle squadre forestali hanno riaperto infatti la questione — peraltro mai accantonata — della gestione di lupi e orsi. Con le Regioni del Nordest che da tempo chiedono allo Stato la delega. E che ora tornano a schierarsi compatte dalla parte del governatore trentino Maurizio Fugatti per incalzare Roma. Con un tassello in più. Tutt’altro che secondario: la Consulta ha infatti giudicato «legittime» le leggi di Trento e Bolzano sulla cattura e sull’eventuale uccisione di orsi e lupi, impugnate dal presidente del consiglio.
La Consulta
La comunicazione è arrivata dalla Corte costituzionale, che ha anticipato il contenuto della sentenza relativa appunto ai ricorsi del presidente del consiglio contro le leggi delle due Province autonome, approvate nella scorsa legislatura. Dando ragione alle amministrazioni locali. La Consulta, in sostanza, ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale, giudicando che «la disciplina provinciale contestata rientri nell’ambito delle competenze legislative statutariamente affidate alle due Province». Quindi, prosegue la nota, «sono legittime le leggi provinciali di Trento e Bolzano che autorizzano il presidente della Provincia ad adottare provvedimenti riguardanti il prelievo, la cattura e l’eventuale uccisione degli orsi e dei lupi, quando ricorrano le condizioni previste dalla normativa di derivazione europea in materia di conservazione degli habitat naturali. Questo potere è diretto a prevenire danni gravi alle colture, all’allevamento e a garantire la sicurezza pubblica, quando non esista altra soluzione valida ed è subordinato al parere preventivo dell’Ispra».
L’asse del Nord
Nel frattempo, il Nordest politico si muove. «Il problema delle predazioni c’è ed è serio: esiste per i lupi della Lessinia, esiste per l’orso», dice il governatore del Veneto, Luca Zaia. La direzione indicata dal presidente è una sola: agire. «Non dico che bisogna mettersi a sparare ovunque – mette in chiaro Zaia – ma il ministro Costa, che era un mio forestale quand’ero ministro, deve trovare una soluzione». Il governatore alza il tiro con una provocazione: «I filmati delle bestie che muoiono sbranate agonizzando li avete visti. E allora uso una frase forte: l’unico animale in via d’estinzione rischia d’essere l’uomo delle nostre montagne. Che se si spopolano diventano un disastro, pensate alle valanghe che abbiamo registrato: quasi tutte in zone spopolate. La competenza è del ministero, e deve trovare una soluzione, subito».
Guarda a Roma anche il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher. Che ribadisce una posizione sostenuta da mesi: ossia la delega alle Regioni e alle Province autonome da parte dello Stato della gestione dei grandi carnivori. «Noi gestiremo questa materia – assicura – nel pieno rispetto delle regole europee. Non vedo perché ci si ostini tanto». Kompatscher esulta quindi per la sentenza della Consulta: «È una importante conferma delle competenze della nostra autonomia». Gli fa eco il governatore trentino, Maurizio Fugatti: «È significativo che la Consulta abbia dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale. Il Trentino deve poter gestire gli orsi e i lupi in piena autonomia».
Soddisfatto anche l’assessore alla Caccia del Veneto, Giuseppe Pan: «Ora chiederò con maggiore forza in Commissione politiche agricole di dare attuazione al piano per i grandi carnivori. È necessario che il Ministero dell’Ambiente conceda la facoltà di gestione a quei territori dove la presenza del lupo sta compromettendo la sopravvivenza delle attività agricole, turistiche e anche l’incolumità degli abitanti, prevedendo la possibilità di prelievo selettivo degli esemplari più pericolosi».