Mentre Azienda Zero, il «cervello» della sanità regionale, continua a lanciare concorsi (a gara 688 posti da ottobre 2018 a oggi) per contrastare la carenza di medici che ha messo in crisi il sistema pubblico (nel Veneto ne mancano 1300), si scopre che l’Usl 1 Dolomiti può invece «prestarli» all’ospedale di Bolzano. E non specialisti qualsiasi, ma addirittura anestesisti, le figure in assoluto più «rare». Lo prevede una convenzione sottoscritta con l’Azienda sanitaria della Provincia autonoma di Bolzano e valida dal primo marzo scorso al 29 febbraio 2020. «L’attività di consulenza in Anestesia e Rianimazione verrà svolta in orario aggiuntivo dai medici che hanno optato per la libera professione intramuraria e compatibilmente con gli impegni del servizio di appartenenza — scrive nella delibera dedicata il direttore generale dell’Usl 1, Adriano Rasi Caldogno —. Concordate le seguenti modalità: due specialisti in servizio attivo diurno 8-20, dal lunedì al venerdì; uno in servizio attivo notturno 20-8 dal lunedì al venerdì; uno in servizio attivo diurno 8-20 sabato e domenica; uno specialista in servizio attivo notturno 20-8 sabato e domenica». L’Azienda altoatesina paga, al mese, un forfait di 926 euro per ogni turno di 12 ore, che sale a 962 per le notti. «I proventi derivanti dall’attività di consulenza saranno introitati ai bilanci di esercizio 2019/2020 — recita la delibera — sotto la voce: ricavi per prestazioni sanitarie intramoenia». Una parte del compenso per la libera professione dei medici viene versata all’azienda di appartenenza.
«Ma io mi chiedo: siamo in emergenza da codice rosso per la mancanza di specialisti e una nostra Usl, se proprio ne ha in abbondanza, invece di aiutare le altre aziende venete li presta a Bolzano? — sbotta Adriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao Assomed (ospedalieri) —. E’ assurdo, se gli anestesisti di Belluno hanno il tempo di fare anche la libera professione, la svolgano prima all’interno della regione». «Non ci trovo nulla di scandaloso nel dare una mano a un ente con il quale collaboriamo — replica Rasi Caldogno —. L’ospedale di Bolzano ci aiuta con l’elisoccorso e noi, avendone abbastanza, prestiamo gli anestesisti che, su base volontaria, accettano di coprire qualche turno. Se poi ci verranno richiesti da altre Usl del Veneto, vedremo che fare».
Per «par condicio», l’Usl Dolomiti non solo dà ma riceve pure in prestito medici. A fronte degli anestesisti divisi con Bolzano, ci sono i pediatri in arrivo dall’Azienda ospedaliera «Santobono Pausilipon» di Napoli, in base a un’altra convenzione, annuale, partita lo scorso dicembre. «Le risorse mediche attualmente disponibili nelle Pediatrie aziendali sono insufficienti a garantire in maniera adeguata gli standard previsti — recita un’altra delibera del dg — e nella necessità di scongiurare il concreto rischio di interruzione di pubblico servizio… si riscontra la collaborazione (con l’ospedale di Napoli, ndr ) per accessi di 12 ore giornaliere. Per un massimo di 56 turni al mese, da ripartire al 50% tra l’ospedale di Feltre e quello di Belluno». Compenso di 100 euro l’ora.
Corriere del Veneto