Non solo. «Sto affrontando una serie di problemi contingenti e gravissimi che stanno mettendo a repentaglio la tenuta del Servizio sanitario pubblico – afferma Grillo – . C’è una parte di programmazione molto pesante che non è stata affrontata in questi ultimi anni e che sta mettendo con le spalle al muro tantissimi miei colleghi. Stiamo lavorando proprio su questo».
Riforma strutturale della formazione dei medici. Esistono già delle proposte sul tema della formazione-lavoro dei medici, entro fine anno potrebbe arrivare un testo. Per Giulia Grillo, alle prese con il pianeta università dopo le proteste sul decreto Calabria di Crui e Cun, «bisogna affrontare una riforma strutturale seria che cambi la formazione post laurea di medici, che aiuti ad avere un sistema più fluido come nel resto d’Europa. «Il tema – rileva Grillo – l’ho posto quando abbiamo fatto il programma del Movimento Cinque stelle: cambiare l’approccio del post-laurea del medico, uscire dall’ottica del medico laureato e abilitato che continua ad essere come uno studente, entrando in quella che può già cominciare ad esercitare la professione. Oggi abbiamo un grande problema di risorse. Il paradosso dell’imbuto formativo rende ancora più ridicolo il problema da affrontare. Stiamo cercando di farlo in questi giorni. Da settembre faccio incontri con sindacati, associazioni, Regioni, Miur, per il tema della formazione- lavoro – ha aggiunto – noi abbiamo già delle proposte pronte. Com’è ovvio che sia i grandi cambiamenti incontrano anche grandi resistenze, sto cercando in tutti i modi di imprimere un’accelerazione a questa cosa. Se mi daranno il tempo, come mi auguro, penso che entro il 2019 dovremo riuscire a portare a casa un testo. Chiaro è che ci vuole la volontà di tutti. Vedo i servizi sul fatto che mancano i medici specialisti, ma quando si propongono le soluzioni ci sono sempre le barricate. Questo non è possibile: si propongono le soluzioni, se qualcuno vuole collaborare benissimo, ma poi devono essere fatte perché altrimenti tra cinque anni ci sarà il prossimo ministro e sarà tutto punto e a capo. E questo significherà la morte della sanità pubblica. Perché si regge sulle risorse umane e la formazione post laurea dei medici è un pezzo fondamentale».
Il Sole 24 Ore sanita