Il Governo ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la recente riforma lombarda dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali che introduce numerose norme in materia di polizia mortuaria e attività funebri. Varie le norme aggiunte alla precedente legge regionale ritenute incostituzionali sotto diversi aspetti. Tra queste anche quella che introduce la possibilità di tumulare gli animali d’affezione nello stesso loculo del defunto o nella tomba di famiglia. «Una facoltà assolutamente estranea alla normativa statale in materia», si legge nella delibera del Cdm e che «contrasta in particolare con l’art. 50 del citato Dpr (285/1990, ndr), secondo il quale nei cimiteri sono ricevuti, quando non venga richiesta altra destinazione, i cadaveri delle sole persone»
Il consiglio dei ministri ha impugnato la legge voluta dal centrodestra in Regione che permette di seppellire gli animali d’affezione, solo se cremati, con gli esseri umani: “La normativa è facoltà dello Stato”
Il comunicato di Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri definisce apertamente il testo della legge regionale approvata lo scorso febbraio come di “una facoltà assolutamente estranea alla normativa statale in materia”. L’iniziativa parte dalla ministra agli Affari regionali grillina Erika Stefani e la delibera approvata dal Cdm è molto particolareggiata. Sostiene in particolare che le novità introdotte dalla nuova legge regionale funeraria “contrastano in particolare con un decreto del presidente della Repubblica del 1990 che stabilisce che nei cimiteri sono ricevuti, quando non venga richiesta altra destinazione, i cadaveri delle sole persone”. Non gli animali da compagnia, che dopo la cremazione, stando alle nuove norme, potevano essere tumulati con i loro proprietari nella tomba di famiglia o nel colombario, ma non nelle sepolture in terra. In altri casi, il governo ritiene, invece, che la legge regionale violi la competenza statale in materia di tutela della salute.
Un vero e proprio schiaffo del governo a maggioranza gialloverde alla Lombardia, ma soprattutto a Lega e Forza Italia che avevano fatto della nuova legge regionale un loro cavallo di battaglia. E le reazioni, naturalmente, non si sono fatte attendere. L’assessore regionale al Welfare forzista, Giulio Gallera si dice “allibito”. Aggiunge piccato: “Ci fa specie che il governo del cambiamento voglia impedire alla Lombardia di introdurre norme innovative che rispondano ai bisogni veri della quotidianità delle persone per garantire trasparenza e legalità come nel caso dei centri servizi. E poi parlano di autonomia. Questa è la risposta di un governo centralista, ma noi risponderemo davanti alla Corte Costituzionale e vinceremo come è già accaduto sul ricorso degli specializzandi”. Non meno duro il commento del leghista Emanuele Monti, presidente della commissione regionale Sanità, che definisce “semplicistiche” le motivazioni del governo. “Come si fa dire che non potevamo approvare questo provvedimento perché la materia non è già normata a livello statale. Sono sconcertato. Siamo di fronte alla classica azione centralista della burocrazia dello Stato”.
Non la pensa così il consigliere regionale pentastellato, Stefano Fumagalli che difende il governo e replica sostenendo che “ancora una volta in Lombardia Lega e Forza Italia danno prova di grande incapacità. Non sono nemmeno in grado di seppellire i morti rispettando la legge nazionale. Avevamo ragione noi. Non ho mai visto una legge regionale impugnata per così tanti profili di incostituzionalità”. I grillini in aula infatti avevano votato contro sulla norma che era passata con 41 sì contro 29 no e 1 astenuto.
Pronta la controreplica ai Cinque stelle del capogruppo del Carroccio al Pirellone, Roberto Anelli che sbotta: “Utilizzare questa situazione per affermare come sia impossibile attribuire ulteriore autonomia alla nostra Regione suona pretestuoso e strumentale. O peggio ancora – dimostra come qualcuno abbia gettato la maschera”. Tra chi “condivide” il ricorso del governo c’è il Pd, Fabio Pizzul, che dall’opposizione attacca: “L’ipotesi di seppellire gli animali lascia perplessi perché rischia di ledere la sacralità di luoghi riconosciuti da tutte le religioni”. Mentre il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi non usa giri di parole e afferma: “Il governo rispetti l’autonomia legislativa della Regione. Anziché porre dei paletti potrebbe valutare di adeguare la normativa, concedendo la possibilità a tante persone legate al proprio animale domestico di tumularlo nei cimiteri”.