La Regione decide di reclutare i medici in pensione per colmare le carenze di personale che attanagliano i reparti veneti. Scatta la rivolta dei sindacati. L’Anaao, che rappresenta i medici dirigenti, annuncia il ricorso contro la delibera regionale che spalanca le porte ai camici bianchi over 70. Non è da meno la Cgil che punta il dito contro il «fallimento della programmazione regionale». La decisione di impugnare il provvedimento di palazzo Balbi – adottato sulla scia del Molise per garantire i Livelli essenziali di assistenza e scongiurare l’interruzione di pubblico servizio – è dettata da molteplici ragioni. «La delibera è illegittima e faremo annullare anche tutti i concorsi indetti da Azienda Zero per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario che non contemplano gli iscritti all’ultimo anno di specialistica» sentenzia Adriano Benazzato, segretario veneto Anaao-Assomed. La preoccupazione di fronte alla scelta di attribuire incarichi ai medici in pensione riguarda anche la sicurezza delle procedure. «Un collega troppo in là con gli anni non potrà essere prestante psicologicamente e fisicamente come un professionista di quarant’anni. Va messa in conto la pesantezza del lavoro, dove sono richieste guardie, reperibilità, turni per far funzionare le sale operatorie. L’impegno è intenso e faticoso» evidenzia Benazzato. Timori che vengono rafforzati dal tipo di specialità che oggi sono ridotte al lumicino: anestesisti, medici di pronto soccorso, ginecologi e pediatri, tra le più impegnative per carico di incombenze ed esposizione al contenzioso. Altro punto critico del provvedimento regionale riguarda la scelta di prediligere gli anziani anziché fare largo ai giovani medici. «I concorsi banditi nel 2019 fino ad ora non contemplano la possibilità che lo specializzando dell’ultimo anno si possa presentare al concorso». Un controsenso secondo l’Anaao. «La Regione per prima cosa deve spalancare le porte agli specializzandi. Tra 4 mesi 6.200 medici si specializzeranno e altri 6.200 passeranno all’ultimo anno. Abbiamo un bacino di 12.400 medici da assumere, è lì che la Regione deve mettere le energie» prosegue Benazzato. L’auspicio è che partano al più presto anche gli ospedali di insegnamento per formare i neolaureati . Secondo la Cgil va rivista la programmazione regionale, a partire dal Piano Socio Sanitario. «Pensare che i medici over 70 possano colmare la carenza di personale ha dell’incredibile e per di più il piano socio sanitario del 2012 è rimasto lettera morta» sottolinea Ivan Bernini, segretario regionale Fp Cgil. Sul tema è intervenuta ieri anche il ministro della Salute Grillo: «Più che una fuga in avanti mi sembra una soluzione estrema in una epoca in cui non si è fatta programmazione e ci si ritrova a non avere medici specialisti, 16 mila medici senza titolo di cui 7 mila a spasso per l’imbuto formativo». (Valentina Calzavara)
LA TRIBUNA DI TREVISO – Giovedì, 28 marzo 2019