L’assessore Manuela Lanzarin rassicura: le nuove schede ospedaliere adottate dalla giunta regionale del Veneto che tanto stanno facendo discutere nei territori non sono immodificabili. «Siamo nella fase di ascolto e di recepimento delle osservazioni -dice l’assessore alla Sanità della Regione Veneto – Tant’è che ci saranno le audizioni in Quinta commissione. Gli spazi di manovra ci sono. C’è disponibilità ad ascoltare e a confrontarci con le Conferenze dei sindaci e anche con i direttori generali rispetto ai servizi e ai posti letto». Vediamo quali sono le criticità.
VENEZIA L’ospedale civile di Venezia, il Santi Giovanni e Paolo, è stata declassato da presidio di rete spoke a ospedale di base. L’assessore comunale Simone Venturini ha già avanzato «una richiesta di revisione perché crediamo debba essere valutata prima di tutto la specificità veneziana riconosciuta per legge, e poi l’alto numero di turisti, utenti potenziali». Per Nicola Pellicani, deputato Pd, «di questo passo l’ospedale di Venezia sarà ridotto a un semplice pronto soccorso». Risponde l’assessore Lanzarin: «L’ospedale civile di Venezia non è stato ridotto, non ha perso servizi né altro. Anzi gli riconosciamo un ruolo strategico, l’ho già detto a Venturini. Il passaggio da spoke a ospedale di base – così come per Chioggia – è imposto dal decreto ministeriale 70 del 2015. In Quinta commissione consiliare cercheremo di far capire che non c’è alcuna volontà di declassare o smantellare, ma sono solo applicazioni normative. Quanto allo scenario che l’ospedale di Venezia venga ridotto a “un semplice pronto soccorso” non meriterebbe neanche risposta: Venezia deve avere un ospedale anche perché la popolazione invecchia e conosciamo la mole di turisti».
PADOVA L’ospedale sant’Antonio (290 posti, finora in dotazione allUlss 6 Euganea) passerà in comodato d’uso gratuito dall’Azienda ospedaliera. Oltre al Pd con il consigliere regionale Claudio Sinigaglia, si sono fatti sentire i sindacati Anaao-Assomed, Cimo e Aaroi-Emac: «È un danno alla popolazione, dove andranno gli anziani e i malati cronici?». «Continueranno ad andare nello stesso ospedale – dice Lanzarin – Il sant’Antonio non chiude, non verranno spostati né reparti né posti letti. È una decisione che tiene conto della programmazione futura con il nuovo ospedale di Padova Est, per i cittadini non cambierà nulla». Proteste anche ad Abano perché la Casa di Cura è stata declassata da ospedale a struttura integrativa della rete ospedaliera pubblica. «Previsione immotivata e irragionevole», ha detto il sindaco Federico Barbierato che ha chiesto di parlare con l’assessore regionale. «Lo incontrerò – risponde Lanzarin – ma anche in questo caso il cambio non vuol dire che vengono meno i servizi o i budget assegnati».
ROVIGO Mobilitazione ad Adria del Comitato cittadino contro il declassamento dell’ospedale e la cancellazione di 20 posti letto. Il sindaco Omar Barbierato: «Le schede vanno contro il piano sociosanitario che prevedeva l’ospedale di Adria come spoke». Lanzarin: «Nel piano sociosanitario non ci sono ì nomi degli ospedali spoke. Semmai si riconosca l’importanza di aver salvato il punto nascita di Adria che, come Piove di Sacco e Valdagno, era in discussione».
TREVISO L’ospedale San Giacomo di Castelfranco perde 100 posti letto a favore dello Iov. E il Pd, con Claudio Beltramello, teme la chiusura del pronto soccorso perché vengono depennati i reparti di Chirurgia che dovrebbero gestire le urgenze. Lanzarin: «Il pronto soccorso resterà. Nelle schede è specificato che in caso di urgenza la Chirurgia dello Iov deve intervenire»
VICENZA Ospedale di San Bassiano, il sindaco di Bassano Riccardo Poletto ha tuonato contro i tagli di primariati e posti letto. Lanzarin: «Parlare di tagli è inopportuno e allarmistico. Tanto più che questa è esattamente la fase in cui siamo disponibili e pronti a valutare tutte le richieste».
BELLUNO Più che altrove, in montagna è sentita la carenza di medici. «È una battaglia che stiamo portando avanti con la richiesta dell’autonomia differenziata – dice Lanzarin – Nel frattempo, visto che non ci è stato impugnato dal Governo davanti alla Consulta, applicheremo il piano sociosanitario laddove si prevede di usare gli specializzandi e di dare forme remunerative integrative per chi opera in montagna. E, come il Molise, anche noi siamo interessati a far lavorare i pensionati che vogliono tornare in corsia».
Alda Vanzan Il Gazzettino