Aumentano i posti letto in Medicina e Geriatria. Potenziata la Riabilitazione. Le nuove schede ospedaliere
Michela Nicolussi Moro, il Corriere Veneto. Sono state approvate in gran segreto ieri, dalla giunta Zaia, le nuove schede ospedaliere 2019/2023, che completano il Piano sociosanitario, varato dal consiglio regionale lo scorso dicembre. Restano tutti i 68 ospedali esistenti (42 pubblici e 26 accreditati), ma è stata ridisegnata la distribuzione dei posti letto: 14.888 dedicati agli acuti, 2964 alla riabilitazione, 1912 alle strutture intermedie (ospitano pazienti dimessi ma non ancora in grado di tornare a casa). I primariati rimangono 753. Visto l’aumento dei malati cronici, in virtù dei progressi della scienza e della tecnologia che hanno allungato l’aspettativa di vita e la sopravvivenza a patologie gravi come tumore, ischemie e demenze, la Regione aumenta del 15% i letti di Medicina e Geriatria e potenzia gli ospedali dedicati alla riabilitazione. Cioè quelli di Conselve, Lonigo, Lamon, Bovolone, Bussolengo, Marzana, Malcesine, Asiago, il San Camillo del Lido, Villa Salus di Venezia e l’Oras di Motta di Livenza, che diventa Hub regionale per la riabilitazione e festeggia la nuova specialità, e relativo primariato, di Cardiologia riabilitativa, concessa anche a Lonigo.
Scendendo nel dettaglio, il cambiamento più significativo riguarda Padova: le schede prevedono il nuovo «Polo di Padova est» con 900 posti letto e il «Polo di via Giustiniani» (l’attuale), comprensivo del Sant’Antonio e forte di 734 letti più quelli dell’Istituto oncologico veneto, che salgono da 120 a 150. Quanto al Sant’Antonio, la proprietà passa dall’Usl 6 Euganea all’Azienda ospedaliera, perchè diventa «volume scambiatore nella fase intermedia», cioè si prepara a ospitare il centro delle Neuroscienze (ora in una palazzina non più a norma), in attesa della cittadella sanitaria a Padova est. Novità pure per il Giustinianeo, che acquisisce il primariato di Medicina d’Urgenza, l’unico in Veneto, e relativi 25 letti di degenza, e per l’area-materno infantile, trasformata nell’Ospedale della Donna e del Bambino, forte di 350 letti e 15 apicalità. Quattro di quest’ultime, Urologia pediatrica, Hospice, Nefrologia pediatrica e Malattie rare, sono al debutto. Via infine l’anomalo doppione di Clinica e Divisione di Ostetricia e Ginecologia: ci saranno un reparto (con il suo primario) solo di Ginecologia e un reparto (con primario) solo di Ostetricia.
L’Usl 6 Euganea invece compensa la perdita del Sant’Antonio con un aumento dei letti da 223 a 232 e la conferma dei reparti di Chirurgia, Ortopedia e Urologia all’Immacolata Concezione di Piove di Sacco. Camposampiero resta infine Centro traumatologico ortopedico, con la Terapia intensiva neonatale e la nuova apicalità di Chirurgia vascolare.
Grandi traguardi per l’Usl 8 Berica, che raddoppia a 30 i letti della Cardiochirurgia del San Bortolo e vanta quattro centri di riferimento regionale: per l’epilessia, con due nuovi ambulatori e la chirurgia; per la protesica a spalla, anca e ginocchio; l’Unità spinale con Neuroriabilitazione e la Cell Factory per la terapia cellulare a contrasto di leucemie e linfomi. Quest’ultima, laboratorio autorizzato dall’Agenzia italiana del Farmaco per la produzione di cellule capaci di combattere quelle tumorali, servirà il Nordest. Passando all’Usl 7 Pedemontana, a Bassano sarà concentrata la chirurgia di elezione e sull’ospedale di Santorso l’emergenza (ictus, infarti, traumi). Spariscono i primariati doppi di Otorinolaringoiatria, confermato solo al San Bassiano (che diventa pure riferimento per la Chirurgia protesica e ortopedica), e di Laboratorio analisi, lasciato a Santorso. Dove debuttano le apicalità di Chirurgia senologica e Malattie infettive. Quest’ultima concessa anche all’ospedale di Rovigo, mentre Adria la guadagna in Ortopedia ma perde quella di Chirurgia, oltre al punto nascite.
Soddisfazione invece all’Usl 1 Dolomiti, per l’arrivo di Chirurgia vascolare e il riconoscimento a Centro regionale per la cura delle patologie indotte dalle punture delle zecche. Feltre resta riferimento per l’Oncologia gastrointestinale e struttura d’attrazione per i 10mila trentini del Primiero, cui sono riservati letti a parte. Potenziate l’Ortopedia ad Agordo, Medicina e Chirurgia a Pieve di Soligo.
In tema di primariati, l’Azienda ospedaliera di Verona ottiene quelli di Allergologia, l’unico in Veneto, e di Endocrinochirurgia, concesso anche all’Azienda ospedaliera di Padova e allo Iov di Castelfranco, che passa da 138 a 168 letti. Restando nel Trevigiano (Usl 2) l’ospedale di Vittorio Veneto, centro regionale per la cura del tumore alla laringe, acquista la Chirurgia maxillo-facciale e diventa polo oncologico testa-collo.
Infine il Veneziano: nel capoluogo non cambia nulla, mentre gli ospedali di Dolo e Mirano diventano «spoke a forte integrazione»: a vocazione medica il primo e chirurgica il secondo, completo della Cardiologia interventistica. Novità per l’Usl 4 Veneto Orientale: a San Donà arriva il primariato in Dermatologia, a Portogruaro quello in Geriatria. Ora le schede vanno in commissione Sanità.