Lupi e orsi equiparati a pericolosi criminali, per loro la provincia di Trento riunisce il comitato per l’ordine pubblico, organizza ronde e un vertice delle Regioni alpine (Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Valle d’Aosta) per gestirli in autonomia rispetto al ministero dell’Ambiente. Dal punto di vista politico è un altro cortocircuito della coalizione gialloverde, con il presidente leghista della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che si oppone al ministro (di area 5Stelle) dell’Ambiente Sergio Costa. La crociata di Fugatti contro lupi e orsi ha anche un lato sovranista, perché sulla gestione di specie protette l’Italia deve rispondere alla direttiva europea Habitat del 1992. L’articolo 16 permette deroghe ai singoli stati, ma i casi sono valutati con il parere dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale. Per aggirare questa procedura Fugatti ha cambiato lo status dei grandi carnivori da animali protetti a problemi per l’ordine pubblico, sui quali la Provincia ha autonomia.
L’iniziativa del leghista e delle Regioni che hanno aderito alla sua crociata lascia qualche perplessità osservando i dati: i lupi, al momento i principali imputati, nel territorio di Fugatti sono meno di 10, mentre il Piemonte, regione dove ce ne sono di più (amministrata dal centrosinistra) non ha aderito al vertice. Anche sui numeri c’è qualche perplessità: l’ultimo rapporto è del 2017, diffuso a marzo 2018, come da abitudine da 12 anni a questa parte, al Muse di Trento, in un evento molto partecipato. Quest’anno però la presentazione già fissata per il 6 marzo è stato cancellata dall’assessora leghista Giulia Zanotelli, che promette però la diffusione del rapporto 2018 online. Quello dell’anno scorso stimava ci siano tra i 52 e i 63 orsi in Trentino, causa di danni per 82mila euro. Più difficile il conto dei lupi, poiché si muovono a cavallo tra Trentino, Alto Adige e Veneto, ma il rapporto ne stimava circa 38. Le denunce per danni da lupo nel 2017 erano state 57, quattro respinte perché la morte degli animali domestici non era imputabile ai predatori, con liquidazioni per quasi 50mila euro. La psicosi da lupo però è stata alimentata ed è cresciuta, così il comitato per l’ordine pubblico, cinque giorni fa, ha istituito delle ronde nei paesi dove gli avvistamenti vicini alle abitazioni sono stati più frequenti. Martedì scorso, poi, le regioni aderenti al vertice con le province di Trento e Bolzano hanno concordato «sulla necessità di disporre di strumenti idonei per la gestione dei grandi predatori» perché «la densità di lupi ed orsi genera situazioni che fanno venir meno la sicurezza delle popolazioni e rappresentano una fonte costante di danno per le attività economiche». A contraddire le risoluzioni del vertice ci sono però la casistica, i dati e i pareri dgli esperti. Luigi Spagnolli, direttore dell’Ufficio caccia e pesca della provincia di Bolzano, osserva: «Capisco si debbano risarcire gli allevatori, ma orsi e lupi non sono un pericolo per l’uomo. C’è una situazione conflittuale per le attività economiche, ma per un lupo un uomo, anche se piccolo, non è appetibile, troppi vestiti, troppi rischi». L’ufficio di Spagnolli ha anche ottenuto di recente un grande risultato, riuscendo a seguire, grazie a un radiocollare, un branco di sette animali che si muovono tra Trentino e Alto Adige in Val di Non. I lupi sono stati ribattezzati subito “lupi buoni”, perché in 164 giorni di monitoraggio il branco non ha mai cacciato un animale domestico e si è nutrito solo di fauna selvatica, soprattutto cervi e caprioli.
Repubblica