Il Messaggero. La corsa è partita. Mentre alla Camera Matteo Salvini presentava le novità di Quota 100 insieme a Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica amministrazione e ai sottosegretari al Lavoro ed Economia, Claudio Durigon e Massimo Garavaglia, erano già partite le prime domande destinate all’Inps. A fine giornata sono state oltre mille. Molti cittadini interessati insomma non hanno voluto perdere tempo e si sono mossi non appena l’istituto previdenziale ha reso disponibili le apposite procedure. L’operatività era stata confermata in mattinata con un apposito messaggio interno, in attesa della più estesa circolare che dovrà chiarire i dubbi interpretativi che si potrebbero generare in alcune situazioni particolari ma che evidentemente non hanno spaventato i più convinti quotisti.
LA SCELTA
Il via alle domande è stato dato anche per le altre possibilità previste dal decreto legge andato in Gazzetta ufficiale lunedì sera, ovvero la proroga della cosiddetta opzione donna e la riduzione del requisito per la pensione anticipata. Contemporaneamente è stata riaperta dall’Inps anche la procedura per la richiesta dell’Ape sociale, che in senso stretto non è un trattamento pensionistico ma un trattamento-ponte in vista della pensione definitiva, riservata a particolari categoria. Entra così nella fase di piena attuazione l’operazione voluta dal governo per allentare alcuni dei vincoli introdotti nel 2011 dal governo Monti, in piena emergenza finanziaria. Forse non si tratta di un vero e proprio stravolgimento della legge Fornero, soprattutto perché Quota 100 è un regime sperimentale della durata di tre anni: ma l’effetto di incremento della spesa pensionistica è notevole, con 4 miliardi e mezzo in più quest’anno e un picco intorno ai 9 miliardi nel 2021. Dopo di che, l’impatto finanziario si riduce progressivamente ma resta comunque visibile per parecchi anni. Cosa succederà al termine del triennio di sperimentazione? La strada l’ha indicata lo stesso Salvini parlando del passaggio a Quota 41, ovvero alla possibilità di accedere alla pensione con il solo requisito contributivo fissato appunto a 41 anni, indipendentemente dall’età. Oggi per tagliare questo traguardo servono agli uomini 42 anni e 10 mesi, alle donne, 41 e 10 mesi: requisiti che sono stati bloccati e sottratti fino al 2026 all’incremento legato all’andamento dell’aspettativa di vita.
IL FUTURO
L’esecutivo vorrebbe usare Quota 100 come occasione per un vasto ricambio generazionale nel mondo del lavoro, operazione tutt’altro che scontata come hanno indicato le varie associazioni imprenditoriali. La legge contiene qualche strumento aggiuntivo per tentare di centrare il risultato: ad esempio l’assegno straordinario nell’ambito dei Fondi bilaterali che come ha ricordato il sottosegretario Durigon potrebbe permettere uscite anticipate anche di ulteriori tre anni, in cambio di accordi tra le parti sociali per nuove assunzioni. Al ricambio generazionale nell’ambito del pubblico impiego ha fatto riferimento, parlando di «svolta storica» Giulia Bongiorno; tra le novità che riguardano gli statali c’è anche la possibilità di ottenere un’anticipazione bancaria di almeno 30 mila euro della liquidazione spettante, liquidazione che già oggi in base alle regole vigenti (e ancora di più nel caso di ricorso a Quota 100) viene erogata con un ritardo di alcuni anni. La soglia dei 30 mila euro potrebbe essere elevata durante il percorso di conversione parlamentare del decreto, ha ricordato Garavaglia; il provvedimento è arrivato al Senato, dove l’esame inizierà nella giornata di oggi. Sull’impianto di fondo delle novità pensionistiche, vista proprio la cosa alle domande già scattate, è improbabile che ci siano novità significative.
Intanto Quota 100 non convince i sindacati. La Cisl parla di «opportunità», chiedendo però ulteriori modifiche, Cgil e Uil sottolineano quelli che per loro sono i limiti di un assetto ancora troppo severo per le categorie che difficilmente possono arrivare a 38 anni di contribuzione.
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