Stop a nuove trivellazioni per almeno 18 mesi, con canoni delle concessioni più cari fino a 25 volte. E retromarcia sulla «tassa sulla bontà»: l’Ires per il Terzo settore torna al 12% dopo il raddoppio del 24% fissato in legge di Bilancio.
Il primo passo del decreto Semplificazioni, approvato ieri in prima lettura al Senato con 142 sì e 74 no e 10 astenuti, è servito prima di tutto a «correggere» gli errori compiuti dal governo giallo-verde durante la discussione della manovra economica. Poi ha dato il via ad una serie di misure che per la loro eterogeneità ricordano più un decreto «omnibus» che «Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione» come era nato, tanto da aver costretto due giorni fa la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati a «sfoltire» gli emendamenti aggiunti in corso d’opera: informalmente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva fatto intendere che un decreto così disomogeneo non avrebbe ottenuta la sua firma.
Ma,nonostante il taglio, il Semplificazioni approva norme che vanno dalla proroga del prestito ponte per Alitalia (900 milioni fino al 30 giugno 2019) al fondo di 10 milioni (solo per il 2019) per le famiglie delle vittime della strage di Rigopiano, dal fondo per le Pmi in difficoltà (50 milioni) a quello Imu-Tasi di 300 milioni per gli enti locali, dall’iter più rapido per ottenere l’installazione della banda larga allo stop dell’Iva per le Zes, le zone economiche speciali (nel Meridione). Stop al pignoramento dell’immobile se si è creditori dello Stato, la cosiddetta «Norma Bramini», ma solo per le aziende, i professionisti sono esclusi. Approvate l’etichetta obbligatoria su tutti i cibi con l’origine degli alimenti, e la regionalizzazione delle concessioni idroelettriche. Eliminato il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti per le aziende, sostituito da un registro elettronico nazionale cui iscriversi.
Il caso Genova
Toninelli: la norma sullo stop ai tributi per il crollo del Morandi
sarà ripresentata
Arriva l’ok anche alla riforma del servizio delle auto a noleggio con conducente, il cui decreto di riordino era stato «travasato» in corsa nel Semplificazioni: le nuove regole prevedono il ritorno alla sede del vettore al termine di ogni servizio di noleggio e almeno una rimessa deve trovarsi nel Comune dove è stata rilasciata l’autorizzazione. Esultano i tassisti che parlano di «ripristino della legalità», mentre gli Ncc, che già due giorni fa avevano protestato davanti al Senato con momenti di tensione con le forze dell’ordine, annunciano proteste anche a Bruxelles: «Il decreto di fatto cancella il nostro lavoro, ci sono 80mila imprese italiane a rischio, il livello di esasperazione è insostenibile». Ma il ministero dei Trasporti fa sapere che «le norme concordate dalla maggioranza sono il punto di partenza: un primo intervento che prelude a tavoli tecnici coordinati dal viceministro Rixi per il riordino complessivo del comparto del trasporto pubblico non di linea». Polemiche poi anche per le assunzioni di circa 2mila poliziotti che hanno partecipato al concorso del 2017. Il Pd attacca il «cambio in corsa dei requisiti» e punta ad una modifica alla Camera.
Restano fuori la proroga della sospensione di tributi e contributi ai residenti delle zone colpite dal crollo del Ponte Morandi di Genova. Ma il ministro Danilo Toninelli promette: «La norma sarà ripresentata nel primo provvedimento utile».
IL CORSERA