Un prestito bancario in versione ponte con interessi interamente a carico dello Stato. È la soluzione alla quale sta pensando il Governo per consentire ai dipendenti pubblici in uscita con “quota 100” di usufruire in tempo reale della liquidazione evitando un’attesa di anni prevista dalle attuali norme. A garantire che non ci saranno oneri aggiuntivi per i lavoratori del pubblico impiego, come invece ipotizzato dalle prime opzioni all’esame dei tecnici dell’esecutivo, è stata ieri la ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno: «Vogliamo trovare una soluzione che consenta, mediante un sistema di finanziamenti bancari, i cui interessi saranno a carico dello Stato, di abbattere i tempi e che possa così far avere ai pensionandi il Tfr al momento della cessazione del lavoro. Tutto questo – ha aggiunto – senza mettere le mani nelle tasche dei dipendenti pubblici».
Ma quello degli statali non è il solo nodo che resta da sciogliere per completare il capitolo pensioni del decreto che conterrà anche le misure sul reddito di cittadinanza. Nelle riunioni tecniche di ieri sarebbe stata affrontata anche la questione dell’isopensione, ovvero il trattamento cui accede il lavoratore che sottoscrive un accordo di esodo con prepensionamento a carico dell’azienda. E che garantisce al dipendente in uscita anticipata un importo mensile pagato dall’ex datore di lavoro fino al momento in cui viene maturata la decorrenza della pensione. Resta da vedere se la versione finale del provvedimento conterrà alcuni correttivi su questo versante. Ieri il varo del testo, atteso per oggi, sembrava destinato a slittare a domani o all’inizio della prossima settimana.
Tornando al pagamento delle liquidazioni degli statali, l’intervento resta sostanzialmente quello già ipotizzato nelle scorse settimane: una convenzione da stipulare in tempi rapidi tra il ministero dell’Economia, quello del Lavoro e l’Abi per confezionare (sulla falsariga di quanto già accaduto con l’Ape) il meccanismo finalizzato a dare la possibilità agli statali di chiedere un anticipo bancario (prestito-ponte) per ottenere già al momento del pensionamento il Tfs-Tfr. Un’opportunità che non riguarderebbe solo quota 100 ma tutte le uscite pensionistiche degli statali (v. Il Sole 24 Ore di ieri). Con la novità che gli interessi non sarebbero più a carico a carico dei lavoratori. «In queste ore – ha sottolineato Bongiorno – stiamo lavorando con grande determinazione per superare le misure introdotte dai precedenti governi sul differimento e la rateizzazione del Tfr per i dipendenti pubblici» e per mettere in piedi «un sistema di finanziamenti bancari, i cui interessi saranno a carico dello Stato».
Positivo il giudizio dei sindacati (che il 9 febbraio scenderanno in piazza contro la manovra) sulle affermazioni del ministro, con la Uil che evidenzia come «si tratterebbe di un provvedimento che finalmente farebbe giustizia».
Il Sole 24 Ore
Marco Rogari
Ma quello degli statali non è il solo nodo che resta da sciogliere per completare il capitolo pensioni del decreto che conterrà anche le misure sul reddito di cittadinanza. Nelle riunioni tecniche di ieri sarebbe stata affrontata anche la questione dell’isopensione, ovvero il trattamento cui accede il lavoratore che sottoscrive un accordo di esodo con prepensionamento a carico dell’azienda. E che garantisce al dipendente in uscita anticipata un importo mensile pagato dall’ex datore di lavoro fino al momento in cui viene maturata la decorrenza della pensione. Resta da vedere se la versione finale del provvedimento conterrà alcuni correttivi su questo versante. Ieri il varo del testo, atteso per oggi, sembrava destinato a slittare a domani o all’inizio della prossima settimana.
Tornando al pagamento delle liquidazioni degli statali, l’intervento resta sostanzialmente quello già ipotizzato nelle scorse settimane: una convenzione da stipulare in tempi rapidi tra il ministero dell’Economia, quello del Lavoro e l’Abi per confezionare (sulla falsariga di quanto già accaduto con l’Ape) il meccanismo finalizzato a dare la possibilità agli statali di chiedere un anticipo bancario (prestito-ponte) per ottenere già al momento del pensionamento il Tfs-Tfr. Un’opportunità che non riguarderebbe solo quota 100 ma tutte le uscite pensionistiche degli statali (v. Il Sole 24 Ore di ieri). Con la novità che gli interessi non sarebbero più a carico a carico dei lavoratori. «In queste ore – ha sottolineato Bongiorno – stiamo lavorando con grande determinazione per superare le misure introdotte dai precedenti governi sul differimento e la rateizzazione del Tfr per i dipendenti pubblici» e per mettere in piedi «un sistema di finanziamenti bancari, i cui interessi saranno a carico dello Stato».
Positivo il giudizio dei sindacati (che il 9 febbraio scenderanno in piazza contro la manovra) sulle affermazioni del ministro, con la Uil che evidenzia come «si tratterebbe di un provvedimento che finalmente farebbe giustizia».
Il Sole 24 Ore
Marco Rogari