Il Corriere del Veneto. In anticipo di 10 giorni rispetto allo scorso anno, il consiglio regionale ha approvato nella tarda serata di ieri la manovra 2019. Si tratta di un bilancio da 17,3 miliardi, denari però in buona parte impegnati in partite vincolate o di giro (la sola sanità pesa per 9 miliardi), così che la «spesa libera», a disposizione della giunta per le scelte «politiche», è ridotta al lumicino di 70 milioni.
Rispetto al quadro già tratteggiato nel corso del dibattito dell’ultima settimana a Palazzo Ferro Fini, il fatto più rilevante della giornata è stato l’approvazione del maxi emendamento messo a punto dalla giunta, che come da prassi ha accolto anche alcune delle richieste contenute nei 90 e più emendamenti depositati dalle minoranze. La cifra messa a disposizione dal vicepresidente con delega al Bilancio, Gianluca Forcolin, era di 6 milioni 678 mila euro, andati per metà, 2,9 milioni, alla Cultura, come finanziamento alla Film commission, ad ArteVen, e alle leggi 50, 51 e 52 del 1984, che sostengono musei, biblioteche, cinema e teatri e più in generale lo sviluppo e la diffusione della attività artistiche. Come ad ogni bilancio, non sono mancati i soldi – 1,5 milioni – per il sostegno alla legge 49 del 1978, rubricata «Contributi e spese per l’organizzazione di mostre, manifestazioni e convegni di interesse regionale» ma più prosaicamente nota a Palazzo come «legge marketta», perché è il veicolo con cui i consiglieri distribuiscono contributi a pioggia nei loro collegi elettorali.
In campo sociale la voce più rilevante sono i 500 mila euro destinati alle vittime delle valvole «killer» e ai loro eredi, poi ci sono 600 mila euro in più per l’agricoltura, 400 mila per la previdenza complementare, 520 mila per la promozione del territorio e 230 mila per la caccia.
Soddisfatto Forcolin: «Abbiamo approvato in tempi brevi, così da dare risposte rapide a famiglie e imprese, una manovra sobria e rispettosa di tutte le regole contabili, dal Fiscal compact al pareggio di bilancio, senza nuove tasse». Di tutt’altro avviso Claudio Sinigaglia del Pd: «È un bilancio impostato in modo ragionieristico, incapace di dare risposte al popolo veneto e all’ambiente. Un provvedimento all’insegna del non voglio, non vedo, non sento».
Sono stati discussi anche due ordini del giorno piuttosto curiosi: uno dei Cinque Stelle sulla Pedemontana (ma il ministro delle Infrastrutture Toninelli non è del M5S?) e uno della Lega affinché il governo approvi l’autonomia entro fine mese (ma al governo non c’è la Lega?).
La sanità assorbe 9 miliardi
In un bilancio da 17,3 miliardi (ma tolte le partite di giro siamo attorno ai 13), la parte del leone la gioca come sempre la sanità, che assorbe oltre 9 miliardi. Zaia assicura che continueranno gli investimenti per il rinnovo del parco macchinari nei 68 ospedali e anche nel 2019, come già nel 2017 e nel 2018, Palazzo Balbi destinerà 50 milioni alla realizzazione del nuovo policlinico di Padova (ai 150 milioni così accantonati se ne devono aggiungere altri 300, è aperto il dialogo con Bei e Inail e Cdp)