Il ministero della Salute azzera il Consiglio superiore di sanità. Oggi è stata spedita una lettera che revoca le nomine dei componenti non di diritto dell’organo tecnico-consultivo del ministero. Praticamente rimangono in carica solo i membri delle isituzioni (ministero stesso, Aifa, Istituto superiore di sanità) che hanno un posto legato al loro incarico.
Michele Bocci. «Si comunica che il signor ministro, con decreto ministeriale del 3 dicembre 2018 ha revocato le nomine dei componenti non di diritto del Consiglio superiore di sanità, disposte con decreto ministeriale dell’ 1 dicembre 2017 » . Lo spoil system sanitario in salsa grillina non solo arriva come un fulmine a ciel sereno ma usa pure poche parole. Non c’è stato alcun preavviso per i 30 membri dell’organo tecnico- consultivo del ministro. Nessuna telefonata, tantomeno un incontro.
«Del resto, nei suoi sei mesi di incarico Giulia Grillo non mi ha mai contattata», racconta Roberta Siliquini, che presiedeva il Consiglio ( Css) uscente e dirige il corso di laurea in Medicina a Torino. Con lei perdono l’incarico, che doveva durare tre anni, 29 tecnici del mondo della sanità, tra i quali il farmacologo del Mario Negri Silvio Garattini, il direttore scientifico dell’Humanitas di Milano Alberto Mantovani, quello del Bambin Gesù, Bruno Dallapiccola. In passato nessun ministro aveva scelto di revocare tutte le nomine prima della scadenza di questo organo, magari si era deciso di cambiare alcuni membri ma non di mettere tutti fuori.
Il Css svolge una serie di attività di ufficio, su varie questioni ( ad esempio per la convalida delle acque minerali) e poi si muove su richiesta del ministro, che pone quesiti su temi per i quali ha bisogno di un supporto tecnico qualificato. «A noi in questi sei mesi non è stato chiesto nulla di questo genere — spiega ancora Siliquini — In passato ci siamo occupati ad esempio della pillola dei cinque giorni dopo o della cannabis terapeutica» . Da giugno ad oggi il primo contatto è quello di ieri. «C’è amarezza e preoccupazione per le modalità scelte. È difficile giustificare questa cosa — dice sempre Siliquini, che ieri ha inviato una lettera ai colleghi per ringraziarli — stanno mandando a casa 30 persone che hanno curricula importanti. Ora vediamo se ne tireranno fuori 30 migliori».
Se Garattini ha fatto notare che quella di Grillo è una decisione inedita («Poteva almeno incontrarci»), l’ex ministro Sirchia parla di necessità di avere il sostegno politico di quell’organo («capisco che un ministro alla prima esperienza possa volere pareri “ garantiti al 100%” anche dal punto di vista politico»).
In realtà Grillo ha già dimostrato di non tenere in alcuna considerazione gli organi tecnici nominati da chi l’ha preceduta: è successo con l’agenzia del farmaco Aifa, quella delle Regioni Agenas, con l’Istituto superiore di sanità e appunto con il Consiglio. In molti casi non ha voluto incontrare i dirigenti e i responsabili di questi enti o lo ha fatto contro voglia. La chiave sta nel cosiddetto governo del cambiamento. «Ho deciso di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato — ha detto — rinnovando la composizione dei 30 membri di nomina fiduciaria. Siamo il governo del cambiamento e, come ho già fatto per le nomine nei vari organi e comitati del ministero, ho scelto di aprire le porte ad altre personalità meritevoli». Grillo dice che qualcuno degli uscenti potrebbe essere nominato di nuovo «ma di certo non i vertici, che devono avere fiducia e piena sintonia con il ministro. Ringrazio tutti i componenti uscenti del Css, di cui voglio sottolineare l’indiscutibile valore tecnico- scientifico, ma è tempo di dare spazio al nuovo».
Repubblica