Il premier Gentiloni è al lavoro per il prossimo Cdm, previsto per giovedì 29 dicembre, che dovrebbe registrare il via libera al decreto Milleproroghe e la nomina dei sottosegretari. L’orizzonte dell’esecutivo, in attesa della nuova legge elettorale con cui andare alle elezioni anticipate, non può essere lungo («giugno è la data limite per il voto oltre la quale non si deve andare» ha ribadito oggi il presidente del Pd Matteo Orfini), ma, come ha sottolineato anche il presidente Sergio Mattarella, quello di Paolo Gentiloni è un governo con «pieni poteri». Un governo che per la prima parte del 2017, ha delineato già una sua road map.
Sud, migranti, ricostruzione delle aree del sisma: sono queste alcune delle priorità del nuovo esecutivo che, a livello internazionale, è chiamato ad un’agenda quanto mai fitta: dalla celebrazione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, il 25 marzo del 2017, al G7 di maggio a Taormina. Con un «battesimo» segnato da un’emergenza, quella di Mps, per la quale il governo ha approvato giovedì scorso il decreto per il salvataggio.
Verso un ricco decreto Milleproroghe
Il decreto Milleproroghe di fine anno potrebbe anche essere più ricco delle ultime edizioni. Il via libera accelerato alla legge di Bilancio a causa della crisi di Governo ha lasciato insoluti una serie di interrogativi, con la necessità di intervenire con alcuni correttivi. A cominciare dalle comunicazioni Iva introdotte dal decreto fiscale (Dl 193) collegato alla manovra. L’Esecutivo sull’onda della protesta dei commercialisti, che hanno già proclamato per la prima volta uno sciopero a fine febbraio, punta a riscrivere il calendario del nuovo adempimento alleggerendolo soprattutto sul fronte della trasmissione dei dati sulle fatture emesse e ricevute (il nuovo spesometro).
Tra le misure previste la proroga dei ‘co.co.co’ e dei contratti a tempo determinato nella Pubblica amministrazione. Ma nel Milleproroghe sono destinate a entrare anche misure stringenti in materia di sicurezza contro gli attentati. Tra queste la riapertura dei colloqui informativi per la prevenzione dei delitti di terrorismo. Il decreto ad hoc del 2015 (Dl 7) aveva, infatti, fissato al 31 gennaio 2016 il termine entro cui i servizi di informazione e sicurezza potevano effettuare colloqui investigativi con detenuti per prevenire delitti con finalità terroristica di matrice internazionale. L’idea a cui si sta lavorando è di riaprire la finestra temporale.
Molte riconferme tra i sottosegretari
Sul fronte dei sottosegretari la linea del premier, condivisa dal segretario del Pd Matteo Renzi, è quella della continuità: il minor numero di spostamenti, e nessun nuovo ingresso di verdiniani al netto della conferma probabile di Enrico Zanetti, segretario di Scelta civica, come viceministro dell’Economia. Naturalmente il pressing di Denis Verdini (che oggi sarà a Roma con l’intenzione, smentita da Palazzo Chigi, di incontrare prima Luca Lotti e il 28 lo stesso Gentiloni) è forte in queste ore. L’ex plenipotenziario di Silvio Berlusconi chiede, oltre alla conferma di Zanetti, l’ingresso di almeno due sottosegretari. Ma la linea concordata tra Palazzo Chigi e Largo del Nazareno è quella, appunto, di non modificare la compagine politica del governo. Tanto più che l’atteggiamento più “conciliante” di Forza Italia nei confronti del governo rende meno determinante l’apporto dei verdiniani. Tra le uscite confermate in queste ore c’è quella del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, che tornerà a fare il suo lavoro di docente alla Bocconi di Milano.