Luca Fiorin. l’Arena. Blue Tongue: vaccini in arrivo ma saranno solo per ovini e caprini. Per i bovini, ogni decisione è rinviata ad approfondimenti sovraregionali. Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità, fa il punto sull’emergenza causata dal virus che continua a diffondersi in Veneto dall’estate e che ora si è manifestato in Regioni vicine. «Il problema, per gli ovicaprini, è in oluzione, con l’inoculazione di antidoti di tutti i capi veneti» afferma Coletto.
«Le province di Belluno, Treviso e Vicenza, che sono state colpite per prime, sono state interamente vaccinate con 104mila dosi per 52mila capi, visto che il vaccino va fatto con un richiamo. Entro Natale, avremo a disposizione altri 10mila vaccini, e poco dopo ulteriori 50 mila, con i quali saranno immunizzati tutti i capi delle altre province».
Resta da decidere il modo in cui affrontare la questione bovini. Tema per il quale nel Veronese c’è grande attenzione, per la presenza di aree a grande vocazione zootecnica. «Questo tema va valutato su un ambito territoriale più ampio», sostiene Coletto. «Premesso che nel bovino il virus è praticamente asintomatico e non ha nessun effetto sull’uomo, va preso atto che non si tratta di un problema solo veneto, ma che riguarda molte regioni; anzi, tutto il nord Italia» precisa.
«Per questo, entro Natale ci sarà un incontro tecnico tra Regioni interessate e ministero della Salute per definire una linea comune. Non avrebbe senso, per esempio, che il Veneto vaccinasse e la Lombardia no, o viceversa».
Secondo la Regione la priorità è far sì che sia garantita omogeneità di offerta e quotazione dei bovini sui mercati. «La questione», dichiara Coletto, «è internazionale. Il Veneto è importatore e non esportatore di carni, quindi è necessario un chiarimento a livello europeo, perché ci sono Paesi esportatori che non vaccinano e la positività la si riscontra solo attraverso un esame capo per capo. A questo proposito, nella finanziaria regionale in discussione in Consiglio intendiamo inserire un emendamento che avvierà la verifica a campione sui capi importati».
Che sia questione comunitaria Io conferma anche l’Efsa, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, che sta aggiornando il proprio parere scientifico sulla febbre catarrale degli ovini, sulla base delle azioni di contrasto attivate in Veneto.
L’Arena – 15 dicembre 2016