I distretti saranno due, uno per ogni realtà territoriale (Belluno e Feltre); per i primi sei mesi del 2017, inoltre, ci sarà una gestione separata del personale medico, infermieristico e tecnico, mentre entro il primo gennaio dovranno essere uniformati tutti i sistemi per gli acquisti, in attesa che parta l’Azienda zero regionale, in base alla quale poi si dovrà definire i vari passaggi per il personale tecnico-amministrativo.
Sono questi alcuni dei punti evidenziati ieri pomeriggio dalla direzione generale dell’Usl 1 nell’incontro con i rappresentanti sindacali di categoria e del personale del comparto nella sala dei convegni dell’ospedale San Martino. Un incontro che si è reso indispensabile in vista dell’unificazione delle due aziende sanitarie: il primo gennaio l’Usl 1 ingloberà l’Usl 2 feltrina per diventare Usl 1 Dolomiti. Un passaggio che per l’utente non avrà effetti macroscopici evidenti, visto che tutti i servizi rimarranno uguali e anche le attività saranno eseguite negli attuali ospedali. Cambierà, invece, la gestione del personale, che ha contratti integrativi diversi da un’azienda all’altra. E questo non è cosa da poco. «Per i primi sei-nove mesi dell’anno rimarrà una gestione separata del personale», precisano i sindacati di categoria Gianluigi Della Giacoma per la Fp Cgil e Fabio Zuglian per la Cisl Fp. «Poi entro settembre si firmeranno i contratti decentrati unitari». «Per questo scopo abbiamo chiesto che vengano istituiti dei tavoli istituzionali, dobbiamo armonizzare le differenze salariali esistenti tra le due realtà sanitarie», precisa Della Giacoma, che anticipa di aver chiesto anche «uno sguardo particolare alle donne nel calcolo della produttività che ad oggi le penalizza». Dal fronte Cisl, invece, è venuta la richiesta alla direzione generale di utilizzare quei 4,5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Veneto, per riconoscere lo sforzo che sta facendo il personale per riuscire a colmare i gap tra le due aziende entro il primo gennaio. Si parla di bloccare le ferie per fare in modo che in questi venti giorni il personale tecnico amministrativo possa conseguire le competenze necessarie per utilizzare gli strumenti e i programmi informatici in dotazione all’Usl 1 per uniformare le gestioni.
IL CORRIERE DELLE ALPI – Giovedì, 15 dicembre 2016
GLI EFFETTI DELLA RIFORMA. FUSIONE DELLE USL, TRASFERIMENTI LUNGHI. I SINDACATI: DA LIMITARE
Fusione faccia rima con condivisione: questa la richiesta dei sindacati al direttore generale dell’Usl 1 e commissario all’Usl 2, Adriano Rasi Caldogno, in vista della fusione delle due aziende nella nuova Usl unica provinciale «Dolomiti». Dal 1 gennaio, oltre a regolamenti e procedure, andranno uniformate anche gestioni e retribuzioni dei dipendenti. I sindacati chiedono che questo percorso sia condiviso.
«Confidiamo che la fusione possa diventare un’opportunità per i lavoratori – spiega il segretario della Funzione Pubblica Cisl, Fabio Zuglian – Abbiamo chiesto di partecipare a un percorso che mantiene inalterata l’offerta agli utenti, ma ha effetti diretti sui lavoratori». Secondo Zuglian, «va trovata una forma per mettere insieme le pratiche migliori di ciascuna delle due Usl, gratificando i lavoratori anche sotto il punto di vista economico». Gianluigi Della Giacoma, segretario della Funzione pubblica Cgil, ha posto l’accento sul tema della mobilità nei trasferimenti. «Abbiamo chiesto una deroga ai 50 chilometri di distanza fissati dal governo, per riportarli a 25 come da precedenti accordi sindacali – spiega – Questo però non sarà possibile, ma sono stati chiesti tavoli tematici per uniformare contratti e salari».
La Regione ha dato tempo fino a giugno per completare la riorganizzazione: dall’estate 2017, Feltre e Belluno viaggeranno appaiate. Soddisfatto il direttore generale Rasi Caldogno. «Si respira un clima positivo, con interventi costruttivi – commenta – Da ottobre lavoriamo per consentire una partenza dell’Usl “Dolomiti” che comporti il minor disagio possibile a utenti e dipendenti». (A.Zuc.)
CORRIERE DEL VENETO – Giovedì, 15 dicembre 2016