Nel 2017 il prezzo del latte alla stalla registrerà incrementi che ricalcano l’andamento del mercato, entrato in una fase più positiva dopo quasi due anni di discesa sotto la soglia dei costi di produzione. Questo grazie all’importante accordo annunciato ieri dalla Coldiretti e dalle altre organizzazioni agricole e cooperative.
L’intesa è stata siglata con Italatte che fa capo al gruppo Lactalis con i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Cademartori, la più importante industrie casearie a livello nazionale. Prevede una quotazione minima di 37 centesimi al litro a gennaio, che salirà a 38 centesimi a febbraio per arrivare ai 39 centesimi di marzo e aprile, come punto di riferimento il mercato lombardo. «L’accordo – sottolinea la Coldiretti -viene esteso anche a quei contratti già siglati e che sarebbero scaduti a marzo 2017. Inoltre, per la definizione del prezzo cambia il sistema di indicizzazione nel quale viene inserito, per una quota del 30%, anche il valore del Grana Padano che diventa uno dei parametri base. Si terrà conto della quotazione formulata su questa indicizzazione solo se sarà superiore al prezzo minimo stabilito nell’accordo».
«Rispetto allo scorso anno – aggiunge la Coldiretti – gli allevatori non saranno più costretti a limitare la quantità munta in base agli accordi di ritiro, ma dovranno solo comunicare la produzione stimata nel 2017». L’accordo prevede poi che a scadenza venga subito aperto un tavolo di confronto per stabilire il prezzo nei mesi successivi. Il valore del latte in Lombardia è uno strategico punto di riferimento per le quotazioni a livello nazionale considerato che nelle stalle lombarde si munge più del 40% di tutto il prodotto italiano.
«Questa intesa – afferma Ettore Prandini, vice presidente nazionale di Coldiretti – rappresenta un risultato importante che rimette al centro il comparto zootecnico lattiero-caseario e offre finalmente una prospettiva positiva su un prezzo non in calo ma stavolta in aumento». «Trovo positivo l’accordo sul prezzo del latte perché è la dimostrazione che la linea promossa da Regione Lombardia è stata vincente sia per la volontà di coinvolgere gli allevatori e creare un fronte compatto di trattativa con l’industria sia per l’indicizzazione del prezzo, che non era mai stata applicata finora sui conferimenti di latte Made in Italy», dice l’assessorre regionale all’Agricoltura Gianni Fava. E aggiunge: «Non era mai accaduto che venisse applicato il meccanismo di indicizzazione su un prodotto a marchio Dop come il Grana Padano, il cui valore di mercato inciderà sui listini per il 30%, mentre il restante 70% sarà legato alla media del latte dei 28 Paesi Ue».
Roberto Iotti – IL Sole 24 Ore – 15 dicembre 2016