Il 2017 sarà l’anno di svolta per la sanità trevigiana. Dal primo gennaio scatterà la rivoluzione, con l’attivazione dell’Usi provinciale che raggnipperà le tré attuali aziende sanitarie locali uniformando i servizi e specializzando le singole strutture in base alle eccellenze già presenti. Altro passo in avanti decisivo sarà la posa della prima pietra della Cittadella della Salute, il nuovo polo sanitario dell’ospedale Ca’ Foncello da 250 milioni di euro, l’opera pubblica più importante di Treviso capoluogo.
Il direttore generale, Francesco Benazzi, per precauzione, si affida alla Provvidenza: «Se Dio vuole, sarà a febbraio. La mia preoccupazione è che si arrivi al più presto alla posa della prima pietra è la cosa che voglio di più per il 2017».
Tre i passaggi che ancora separano il progetto cartaceo dall’avvio del cantiere: gli esiti da parte della Commissione Valutazione Impatto Ambientale (Via), per poi andare in Conferenza dei Servizi e quindi avere il nullaosta per iniziare i lavori. «Per ragioni legate alla sicurezza abbiamo dovuto portare i parcheggi della Cittadella da sottoterra a raso (come i mille nuovi posti auto previsti per gli utenti, ndr). Questo ha comportato di dover procedere a una nuova valutazione di impatto tanto che abbiamo ripresentato il progetto alla Commissione Via con una serie di garanzie. Poi abbiamo avuto la sfortuna di impattare sull’ex area Vetrelco, dove c’era una vetreria, è stata fatta l’analisi del sottosuolo e si sono trovate componenti della lavorazione del vetro, come nichel e piombo, e anche qui siamo dovuti andare alla Commissione Via per la bonifica. Le carte, da parte nostra, sono state fatte tutte, ora attendiamo gli esiti della Commissione Via, che mi auguro possano arrivare a gennaio».
Se questi sono i passaggi che mancano all’agognato traguardo fissato a primavera, dal 28 dicembre 2015 (il giorno in cui è stato sottoscritto il contratto tra l’Usl 9 e la società di Progetto “Ospedal Grando Sri” per la realizzazione della Cittadella della Salute, concludendo il procedimento di gara per entrare nella fase esecutiva del progetto) ad oggi si è continuato a lavorare in silenzio. «Tra la firma di qualcosa che è progettuale e quello che c’è da fare noi abbiamo messo mano a 360 gradi. Fermo restando il “contenitore” cioè i muri della Cittadella: insieme ai professionisti siamo andati a rivedere gli spazi (la disposizione di reparti, ambulatori, sale opera torie ndr) insieme ai professionisti. Il risultato è che abbiamo fatto cinquanta incontri per rivedere il tutto e arrivare a un progetto veramente condiviso».
Lo stesso spirito di condivisione è stato adoperato per ridefinire le caratteristiche dell’Usl provinciale che nascerà con l’anno nuovo ridefinendo le competenze e i servizi sul territorio. Una riorganizzazione che punterà prima di tutto sulla riduzione delle differenze amministrative tra le attuali e presto ex Usi 7,8 e 9. «Abbiamo lavorato alla realizzazione di un unico bilancio e alla creazione di un’unica partita Iva». L’assetto non vedrà trasferimenti di personale, assicura il numero uno della sanità trevigiana. La riorganizzazione andrà quindi a toccare le reti cliniche con l’individuazione dei reparti da sviluppare. La mappa è in fase di definizione. L’Uls 9 continuerà ad essere polo di riferimento per l’area vasta con reparti di rilievo quali Cardiochirurgia, Malattie Infettive, Terapia Antalgica e Patologia Neonatale. L’Usli 8 con l’ospedale di Castelfranco e l’arrivo di 150 posti letto dello Iov diventerà sede di riferimento per il trattamento di tumori complessi con ricorso alla chirurgia toracica e sarà centro di riferimento per la messa a punto di farmaci antiblastici. E l’Usl 7, che ha già visto rafforzata la Breast Unit, continuerà a potenziare le proprie attività, tra cui la vigilanza sui fitofarmaci adoperati nelle zone del Prosecco.
La Tribuna di Treviso – 14 dicembre 2016