Franco Pepe Ora l’Ulss ha un regolamento, detto nel linguaggio burocratico, per l’utilizzo dei sistemi informatici aziendali, e, nella vulgata, per l’uso di cellulari, tablet e pc. La premessa sta, forse, nella bizzarra e controversa vicenda della gara degli aghi in pronto soccorso balzata nei mesi scorsi alla ribalta delle cronache nazionali, e conclusasi con la quasi completa assoluzione, da parte dell’ufficio legale, dei presunti responsabili.
Due sole, e peraltro lievi, le “condanne”, censura e rimprovero, a carico di un medico e di un infermiere, per l’uso improprio del telefonino durante l’orario di servizio. Che sia stato questo il precedente, oppure si tratti di un’iniziativa ad hoc dovuta alla necessità di fare ordine in una materia delicata, a contare è il fatto che l’Ulss ha provveduto a col mare una lacuna e che, da oggi in poi, chi lavora in ospedale, in via IV Novembre, nel distretto, nelle altre sedi esterne, dovrà fare attenzione a non superare o aggirare i paletti introdotti dal nuovo codice interno.
In caso contrario, il dipendente che violerà le regole, potrà incorrere non solo in sanzioni disciplinari, ma rischierà anche azioni civili e penali, «fatto salvo m ogni caso – spiega il regolamento – il diritto dell’azienda al risarcimento dei danni eventualmente patiti a causa della condotta del lavoratore». La filosofia del provvedimento la chiarisce il direttore amministrativo Tiziano Zenere. E stato lui a predisporre la delibera approvata dalla terna strategica aziendale guidata dal direttore generale Giovanni Pavesi. «La crescente diffusione delle nuove tecnologie informatiche e il libero accesso alla rete internet dai pc espone l’Ulss, dipendenti e collaboratori a rischi di natura patrimoniale connessi ad eventuali violazioni di disposizioni di legge, tra le altre quelle sul diritto d’autore e sulla privacy, e crea problemi alla sicurezza e all’immagine dell’azienda. Occorre, poi, evitare che comportamenti inconsapevoli possano innescare problemi o minacce alla sicurezza informatica e al trattamento dei dati. I tecnici dell’informatica e dell’ingegneria clínica forniranno le password riservate e sono incaricati di sorvegliare su virus, spyware, malware. La responsabilità ricade su di loro».
Ed ecco i principali punti dei 20 capitoli del regolamento. Iniziando dai personal computer. Black list è l’elenco di siti non accessibili da nessun utente. Vietato l’uso a fini privati del pc aziendale, che va sempre spento ogni sera prima di lasciare gli uffici e che ogni tre mesi dovrà essere “pulito” cancellando file obsoleti o inutili. Anche la casella di posta elettronica è limitata rigorosamente all’attività lavorativa. Off limits inviare o ricevere filmati o brani musicali, messaggi personali, partecipare a dibattiti, aste on line, concorsi, forum, mailing list, “catene di Sant’Antonio”. Il proprio computer non va, inoltre, mai affidato, neppure per poco, a personale non autorizzato, ed è vietato pure utilizzare credenziali di altri utenti, nemmeno se fomite volontariamente. Cd e dvd contenenti dati personali e sensibili nonché informazioni aziendali devono, infine, essere trattati con cautela per evitare che il contenuto possa essere trafugato, alterato o distrutto. Divieto assoluto anche di navigare su internet per motivi diversi da quelli legati alla propria attività lavorativa. Niente, quindi, upload o download di software gratuiti e shareware, documenti di siti webohttpsenon strettamente attinenti al lavoro, forum non professionali, chat line, bacheche elettroniche e registrazioni in guest book anche utilizzando pseudonimi (o nicknames). In ogni caso, per scoraggiare qualsiasi tentativo indebito, l’Ulss adotterà un sistema di blocco o filtro automatico. Lo stesso discorso sarà valido per dispositivi quali telefoni, cellulari aziendali (l’eventuale uso promiscuo con addebito va autorizzato), fax, scanner, fotocopiatrici. L’utilizzo è concesso solo se legato all’attività istituzionale. Non sono consentite comunicazioni personali, se non per estrema necessità. Lo stesso smartphone personale, durante l’orario di servizio, va limitato ai casi di urgenza ed indifferibilità. Un’articolata sottolineatura è, comunque, riservata, nel regolamento, ai controlli che l’azienda sanitaria dovrà effettuare «evitando un’interferenza ingiustificata sui diritti e sulle libertà fondamentali dei lavoratori e di soggetti esterni che ricevono o inviano comunicazioni elettroniche di natura personale o privata»
Il Giornale di Vicenza – 10 dicembre 2016