Il blitz è scattato nei giorni scorsi. Gli uomini dell’ispettorato centrale repressione frodi dell’ufficio di Conegliano hanno controllato un magazzino utilizzato da più aziende e hanno sequestrato otto milioni di uova non tracciate. Nessun marchio per indicare provenienza, tipologia di allevamento né data di deposizione.
Gli ispettori di quello che a tutti gli effetti è il vero e proprio «braccio operativo» del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali hanno scoperto anche alcuni bancali di uova che presentavano evidenti caratteristiche visive ed organolettiche alterate. Ma saranno le analisi sul prodotto sequestrato a chiarire se si trattasse o meno di alimenti dannosi per la salute dei consumatori.
Il capannone, situato in provincia di Verona, era utilizzato come centro di refrigerazione da più aziende venete: una sorta di deposito temporaneo a cui appoggiarsi nei periodi in cui i propri magazzini vanno esauriti (e in un periodo come quello natalizio la domanda di uova sul mercato aumenta). Le indagini proseguono per verificare eventuali responsabilità a carico delle ditte proprietarie delle uova e di eventuali altre aziende coinvolte nei trasferimenti dei prodotti. «Il nostro impegno per la tutela della qualità e della sicurezza è massimo – ha commentato il ministro Maurizio Martina -. Siamo primi in Europa per i controlli in campo agroalimentare, dobbiamo continuare su questa strada per mantenere alto il livello qualitativo dei controlli sui nostri prodotti». Una strada da 240mila controlli all’anno, come ha ricordato Gianni Dal Moro, deputato veronese del Pd e componente della commissione Agricoltura di Montecitorio: «Si tratta di un’azione di tutela del Made in Italy».
L’operazione degli uomini coordinati dal direttore Gianluca Fregolent, segue il sequestro di 20mila uova non tracciate messo a segno sempre a Verona a settembre: in quell’occasione, dopo le analisi, le uova erano risultate idonee alla destinazione industriale e rimesse in disponibilità all’azienda. (e.p. )
Il Corriere del Veneto – 1 dicembre 2016