In vista del voto finale nel pomeriggio alla Camera sulla manovra 2017 (il testo passerà poi al Senato non prima del 6 dicembre, dopo la pausa elettorale), il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, la prima ‘Nota di variazione’ al bilancio di previsione dello Stato per il triennio 2017-2019.
La Nota, analogamente al Disegno di legge di bilancio, per la prima volta viene presentata secondo la nuova impostazione disposta con la recente riforma della legge di contabilità e finanza pubblica . La Nota recepisce gli effetti degli emendamenti al disegno di legge di bilancio approvati in prima lettura dalla Camera dei Deputati. I prospetti contabili (per unita’ di voto) e gli allegati tecnici (per capitoli) presentano ora l’intero bilancio dello Stato e non soltanto, come accadeva fino allo scorso anno, le voci che hanno subito variazioni per effetto degli emendamenti. Le variazioni connesse agli emendamenti approvati sono esposte in apposite colonne, distintamente per la Sezione I e la Sezione II.
Manovra da mettere in sicurezza
Le modifiche apportate sono complessivamente neutrali sia in termini di saldo del bilancio dello Stato (saldo netto da finanziare), sia di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e determinano una modesta ricomposizione degli aggregati di entrata e di spesa. Per effetto degli emendamenti approvati si riducono, tra le altre variazioni, le spese correnti (di circa 100 milioni nel 2017 e 45 milioni nel 2018) a favore dell’incremento di quelle di conto capitale (60 milioni nel 2017 e 15 milioni nel 2018) e di una ulteriore riduzione delle imposte (40 milioni nel 2017 e 30 milioni nel 2018).
Il disegno di legge di bilancio 2017-2019, comprensivo degli emendamenti approvati dalla Camera dei Deputati, attesta il saldo netto da finanziare a circa 38,6 miliardi di euro nel 2017, a circa 27,2 miliardi di euro nel 2018 e a 8,6 miliardi nel 2019. La manovra e’ coerente con un obiettivo di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche pari al 2,3 per cento del PIL e assicura, anche per gli anni successivi, il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica indicati nella nota di aggiornamento al Def (-1,2% del PIL nel 2018 e -0,2% nel 2019).
Il Sole 24 Ore – 28 novembre 2016