La commissione Sanità ha licenziato ieri il riparto 2016 del fondo sanitario regionale. Mezz’ora di discussione e in effetti, ormai c’era poco da dire: il 2016 è praticamente finito, quel che si doveva (e poteva) fare, lo si è già fatto. Questo, anche a causa dei ritardi accumulati in Conferenza Stato-Regioni dove il confronto si è protratto per più di 6 mesi.
Il fondo 2016, 8 miliardi 670 milioni, può contare su 97 milioni in più rispetto al 2015 (dato complessivo, diverso da quello riportato dalla tabella che si riferisce alla suddivisione tra le Usl della quota capitaria) «ma la giunta si è tenuta 35 milioni, più 50 di investimenti, inizialmente destinati al nuovo ospedale di Padova – attacca il dem Claudio Sinigaglia -. Quando alla ripartizione tra le Usl, sono stati utilizzati gli stessi criteri adottati nel 2012, con la conseguenza che permangono forti discriminazioni soprattutto a scapito delle Ulss Dolomiti, Polesine, Bassa Padovana e Bassa Veronese. Intanto è stata bloccata l’attivazione degli Ospedali di comunità, delle Unità Riabilitative Territoriali, degli Hospice e delle Medicine di Gruppo Integrate, altrimenti il bilancio regionale sarebbe andato in default».
Il Corriere del Veneto – 25 novembre 2016